COVID-19: «La Svizzera è su un pendio pericoloso» secondo l'esperto Fellay

ATS

12.8.2020

L'aumento dei casi di COVID-19 preoccupa gli esperti svizzeri. Nella foto pendolari con la mascherina alla stazione di Lucerna.
L'aumento dei casi di COVID-19 preoccupa gli esperti svizzeri. Nella foto pendolari con la mascherina alla stazione di Lucerna.
Keystone

Se in Svizzera i casi di coronavirus continueranno ad aumentare, il Paese vivrà un autunno e un inverno «molto complicati», avverte Jacques Fellay, membro della task force Covid-19 della Confederazione. «Siamo su un pendio pericoloso», ha detto.

«L'abbiamo visto ovunque nelle ultime settimane [...] dei focolai [...] possono partire molto velocemente, soprattutto nei luoghi chiusi», ha affermato il medico-ricercatore, esperto di genomica e infettivologia, in un'intervista rilasciata mercoledì a «Le Nouvelliste», quotidiano vallesano. 

L’esperto osserva che la Svizzera è passata da circa quindici casi al giorno all'inizio di giugno a quasi 200 al momento attuale. «L'aumento è significativo. Siamo stati un po' troppo sicuri di noi». Dobbiamo riuscire a non superare i 300 casi al giorno entro un mese, aggiunge il direttore dell'unità di medicina di precisione del CHUV, l’ospedale universitario di Losanna.

Riconfinamento non escluso

L'importante, prosegue, è avvicinarsi con un numero minimo di casi giornalieri alla stagione fredda, più favorevole al virus. «Le grandi fonti di contaminazione finora identificate sono essenzialmente i luoghi chiusi», osserva, mentre la popolazione trascorre più tempo all'aperto durante l'estate.

Oltre a indossare una mascherina igienica, il professore all'EPFL consiglia di evitare i grandi raduni fino all'arrivo di un vaccino. «Il motivo è semplice: è fondamentale poter garantire un'efficace tracciabilità dei contatti in caso di accertata infezione di uno dei partecipanti. Difficile immaginarlo con raduni molto grandi».

Se la situazione dovesse continuare a peggiorare, l'esperto non esclude un ritorno ai confinamenti, come a Melbourne o Barcellona. «In Svizzera, possiamo benissimo immaginare nei prossimi mesi dei confinamenti limitati a una regione, una città o un villaggio», spiega.

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