ScandaliCrypto: possibile esaminare richieste di esportazione
cp, ats
30.12.2020 - 15:20
Crypto Internationl e TCG potranno di nuovo esportare materiale per la crittografia, qualora le condizioni legali vengano rispettate, dopo lo stop alle esportazioni deciso dalle autorità in seguito allo scandalo Crypto.
Crypto, società con sede a Zugo ora non più operativa, è stata per decenni controllata dai servizi segreti americani (CIA) e tedeschi (BND).
La sospensione delle richieste di esportazione inoltrate dalle due società, eredi della Crypto, era stata decisa dalla Segreteria di Stato dell'economia (SECO), e poi confermata dal Consiglio federale, dopo che la vicenda era diventata di pubblico dominio nel febbraio scorso in seguito a rivelazioni giornalistiche.
Il Ministero pubblico della Confederazione, che sul caso ha aperto un'inchiesta quest'estate, è giunto alla conclusione che non vi siano prove che i dipendenti della Crypto sapessero che gli apparecchi che vendevano erano manipolati. Per questo motivo, il procedimento è stato archiviato nel corso di questo mese.
In novembre, la Delegazione delle Commissioni della gestione (DelCG), organo deputato alla sorveglianza degli 007 elvetici, era giunta alla conclusione che la sospensione delle autorizzazioni generali d'esportazione per gli apparecchi crittografici delle imprese coinvolte non poggiasse su basi legali solide. Per questo la DelCG raccomandava al Governo di revocare la sospensione.
Tenuto conto della situazione, il Consiglio federale, in seguito all'archiviazione del procedimento penale e sulla base della raccomandazione della Delegazione, ha incaricato il Dipartimento federale dell'economia e la SECO di servirsi della procedura ordinaria per esaminare, con una certa celerità, le domande di esportazione sospese dal punto di vista della legislazione in materia di controllo dei beni e di approvarle qualora siano soddisfatte le relative condizioni. Al momento sono pendenti 15 domande di esportazione individuali (valore complessivo: 7,9 milioni di franchi).
Un'autorizzazione rapida è necessaria per evitare ulteriori problemi alle due aziende. Lo scorso agosto, Crypto International di Steinhausen (ZG) aveva confermato a Keystone-ATS di aver dovuto separarsi da 70 dei suoi dipendenti. Secondo la coppia di proprietari svedesi, Emma e Andreas Linde, il divieto imposto alla società, che opera nel campo della sicurezza informatica e della crittografia, si basava su false basi e ipotesi.
La vicenda
La CIA e il BND avrebbero per decenni intercettato migliaia di documenti da più di 100 Paesi utilizzando macchine crittografiche della Crypto. Diversi governi si sono affidati alla società di Zugo per criptare le loro comunicazioni, ignorando che la società fosse di proprietà della CIA e del BND e che questi ne manipolavano la tecnologia per decodificarne le informazioni.
Stando a una indagine giornalistica della televisione svizzero tedesca SRF, della tv germanica ZDF e del quotidiano americano Washington Post, nel 1970 la Crypto sarebbe stata acquistata da CIA e BND attraverso una fondazione in Liechtenstein.
La collaborazione con i servizi segreti, per l'azienda leader del settore, sarebbe stata anche anteriore agli anni '70. Sempre secondo le ricerche, BND ha lasciato l'operazione nel 1993, ma gli Stati Uniti hanno proseguito almeno sino al 2018.
Stando al rapporto della DelCG, i servizi segreti svizzeri sapevano fin dal 1993 che dietro la Crypto vi fossero la CIA e il corrispettivo tedesco, il BND. Il Consiglio federale era però all'oscuro di tutto. Malgrado ciò, secondo la DelCG vi è una corresponsabilità politica delle autorità svizzere per le attività dell'impresa.