La revisione della Legge Covid-19 è in dirittura d'arrivo: oggi i due rami del parlamento hanno approvato le proposte della Conferenza di conciliazione eliminando le ultime divergenze sui punti contestati.
cp, ats
18.03.2021, 11:45
18.03.2021, 11:51
SDA
Il pacchetto votato oggi vale all'incirca 12 miliardi di franchi, due in più rispetto a quanto chiesto dal Consiglio federale. La normativa è urgente: entrerà in vigore lunedì dopo le votazioni finali di domani.
Stati più sparagnini
In particolare, nonostante l'insistenza del campo rosso-verde, non vi saranno agevolazioni per i locatari e la perdita di fatturato per le aziende in crisi – cosiddetti casi di rigore – che possono chiedere aiuti a fondo perso rimane fissa al 40%. Su questi due aspetti si è imposta la camera dei cantoni.
Un compromesso è stato trovato in merito al sostegno delle manifestazioni che hanno dovuto essere annullate su ordine delle autorità per arginare la pandemia, mentre per l'aiuto allo sport professionistico si è imposto il Nazionale.
Le camere si sono tuttavia mostrate più generose per quanto riguarda le aziende in crisi che possono essere sostenute e le indennità per perdita di guadagno destinate agli indipendenti.
Il debito fa paura
Prima del voto finale, il ministro delle finanze Ueli Maurer ha definito il pacchetto una buona base per far fronte ai problemi dell'economia e della popolazione. Tuttavia sia oggi, che durante i dibatti delle scorse settimane, ha più volte esortato i parlamentari a non esagerare con le spese. Il 2021, dopo le decisioni odierne, dovrebbe chiudersi con un deficit di 30 miliardi, per non parlare poi delle maggiori uscite dovute alla disoccupazione.
Il futuro insomma non si presenta roseo a livello finanziario, anche perché le entrate dovrebbero calare: Maurer prevede meno entrate dall'Iva e dall'imposta sugli olii minerali. L'indebitamento dell'Assicurazione disoccupazione non dovrebbe però raggiungere gli 8 miliardi a fine anno; in caso contrario, il governo dovrebbe per legge aumentare i prelievi sui salari.
Quarantene e «passaporto vaccinale»
Nel corso dei lunghi dibattiti, il parlamento è stato influenzato anche dall'attualità, come la notizia apparsa nei media di contatti tra la Lonza e il Consiglio federale per l'eventuale produzione del vaccino di Moderna in Svizzera (notizia sconfessata dall'esecutivo). I deputati hanno quindi stabilito nella rivista legge che il Consiglio federale potrà anche far produrre materiale medico importante in loco.
Oltre a ciò, le persone immunizzate con un vaccino anti-covid omologato, e di cui è dimostrata la proprietà di prevenire la trasmissione del virus, non devono venir sottoposte a quarantena, tranne eccezioni stabilite dall'esecutivo.
Per consentire alla persone immunizzate di lasciare il paese, il governo dovrà stabilire i requisiti che devono essere soddisfatti dal documento attestante l’avvenuta vaccinazione del suo titolare contro il coronavirus, la guarigione da un’infezione o il risultato del test. Anche in questo caso il plenum è stato imbeccato da quanto accade a livello europeo.
Il Consiglio federale dovrà inoltre accordare agevolazioni ai Cantoni che presentano una situazione epidemiologia stabile o un suo miglioramento e che applicano una strategia riguardante i test o altri provvedimenti adatti per combattere l’epidemia.
Manifestazioni e cultura
Il Consiglio federale potrà, su richiesta, assumere una parte dei costi non coperti degli organizzatori di manifestazioni pubbliche di importanza sovracantonale il cui svolgimento, previsto tra il 1° giugno 2021 e il 31 dicembre 2022, è stato autorizzato dal Cantone, ma che a causa dei provvedimenti restrittivi sono annullate o posticipate su ordine delle autorità.
La partecipazione della Confederazione ai costi non eccede quella dei Cantonali. Sostegno a manifestazioni regionali e locali compete ai Cantoni.
Casi di rigore
Il nucleo della revisione riguardava i casi di rigore. Il progetto governativo prevedeva di quadruplicare la somma iniziale portandola a 10 miliardi. Come accennato, il Parlamento è stato un po' più generoso, in particolare allargando la cerchia dei beneficiari alle aziende fondate prima del 1° ottobre 2020, e non il 1° marzo come proposto dal governo.
La definizione di caso di rigore non è stata rivista. Ristoranti, negozi, cinema e altre attività chiuse dalle autorità per almeno 40 giorni saranno automaticamente considerati tali. Gli altri dovranno dimostrare un calo del 40% del fatturato.
Le piccole e medie imprese con ricavi inferiori a cinque milioni avranno diritto a un contributo a fondo perso fino a un milione. Le aziende più grandi potranno ricevere fino a 10 milioni. Le aziende che desiderano ricevere più di 5 milioni dovranno contribuire con il 40% dei fondi propri.
Anche la formula di condivisione dei costi non è cambiata. La Confederazione pagherà l'intero importo dei contributi a fondo perso per le grandi imprese e il 70% di quelli per le piccole e medie imprese: ai Cantoni saldare il rimanente.
Lavoratori indipendenti
Anche gli indipendenti e i disoccupati potranno tirare un sospiro di sollievo. I primi dovranno dimostrare una perdita del 30%, e non più del 40%, del fatturato rispetto alla media del 2015 al 2019 per ottenere le agognate Indennità di perdita di guadagno (IPG).
Le indennità giornaliere in caso di disoccupazione parziale saranno portate a 66 giorni (il campo rosso-verde chiedeva di più).
Sport, asilo e media
Anche lo sport ha generato accese discussioni. Per i club sarà più facile ottenere un contributo a fondo perso e non saranno più obbligati a ridurre gli stipendi. Ma in caso contrario, riceveranno solo il 50% della perdita subita per i mancati introiti derivanti dalla vendita di biglietti d'entrata.
Il sostegno agli asili nido pubblici e alle società di radio e televisione private è stato accolto senza molte discussioni.