In occasione della Giornata internazionale della donna i timori legati alla diffusione del coronavirus non hanno impedito in Svizzera alle donne di manifestare per puntare il dito su diseguaglianze di genere e discriminazioni quotidiane.
Le richieste portate avanti un anno fa in occasione dello sciopero nazionale delle donne non hanno perso nulla della loro attualità, scrive l'Unione sindacale svizzera (USS) in una nota. Nella vita lavorativa, le donne sono ancora confrontate con discriminazione salariale, sessismo, insufficienti prospettive di carriera e condizioni di lavoro precarie.
L'USS ricorda che molte donne continuano a dover rinunciare a parte del loro reddito per occuparsi di bambini e parenti senza percepire alcuna retribuzione, con il risultato di ritrovarsi con un reddito e una rendita pensionistica che non raggiungono i minimi esistenziali.
Per migliorare la situazione delle donne anziane e per colmare le lacune a livello di rendita pensionistica, la scorsa settimana un'ampia alleanza comprendente i sindacati ha lanciato l'iniziativa «Vivere meglio la pensione (Iniziativa per una 13esima mensilità AVS)«.
Manifestazioni in diverse città
Già ieri pomeriggio a Zurigo alcune centinaia di donne hanno dimostrato contro violenza, sessismo e mancata considerazione del loro lavoro, retribuito e no, sfidando il divieto del Consiglio federale. La manifestazione, non autorizzata, è stata però tollerata dalla polizia visto che si svolgeva tranquillamente.
L'appello a dimostrare era giunto dal Frauenbündnis Zürich, che sulla sua pagina internet aveva espressamente chiesto ai simpatizzanti di non tener conto del divieto cittadino e della proibizione di eventi con oltre 1000 persone (numero che è stato superato negli anni scorsi) pronunciato dal Consiglio federale per contenere la diffusione del Covid-19. Complice anche il freddo l'affluenza è stata comunque contenuta.
Anche a Losanna il «Collectif vaudois de la grève féministe» ha anticipato i tempi, organizzando un evento ieri sera poco prima della mezzanotte sulla Piazza della Riponne. Circa 300 donne hanno cantano inni femministi sventolando sciarpe di colore viola.
Le partecipanti hanno poi improvvisato una flashmob sulla scalinata del Palazzo Rumine, intonando il canto cileno «Un violador en tu camino» («Uno stupratore nel tuo cammino»), che è diventato un inno contro la violenza sulle donne dopo le grandi manifestazioni di novembre a Santiago del Cile.
Oggi sono previste nuove dimostrazioni in diverse città svizzere, tra cui Berna, Zurigo, Losanna e Ginevra.
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