EpidemiaDonne incinte da considerarsi una categoria a rischio Covid
ATS
15.7.2020 - 11:06
Le donne incinte devono essere considerate un gruppo a rischio coronavirus. La Società Svizzera di Ginecologia e Ostetricia sta modificando le sue raccomandazioni in questo senso, ha spiegato il professor David Baud, del Centro ospedaliero universitario vodese (CHUV).
All'inizio della crisi scatenata dal coronavirus, le informazioni provenienti da Cina, Italia e USA erano «rassicuranti». Le donne incinte non sembravano essere più a rischio della popolazione della stessa età, spiega il responsabile del Dipartimento di Ginecologia e Ostetricia del CHUV a Keystone-ATS. I dati più recenti hanno dimostrato invece che le donne incinte hanno da tre a cinque volte più probabilità di sviluppare una forma grave di Covid-19. E il virus è noto per avere conseguenze sul bambino.
Ritardo nella crescita del feto
«La malattia induce cambiamenti nella placenta, che può essere infettata. Questo lascia supporre che i bambini siano meno ben nutriti nell'utero e quindi potrebbero sviluppare un ritardo della crescita», afferma Baud. Gli specialisti non hanno constatato nessuna malformazione, ma se c'è un ritardo nella crescita i neonati sono più piccoli, più deboli e hanno un rischio maggiore di ammalarsi.
«Abbiamo recentemente appreso che il virus può raggiungere il feto, anche verso la fine della gravidanza», aggiunge il medico. «L'impatto dell'infezione materna nel primo e nel secondo trimestre è ancora poco noto, motivo per cui le pazienti infette dovrebbero essere attentamente monitorate durante il resto della gravidanza».
Priorità al telelavoro per le future mamme
Per lo specialista, non c'è dubbio: «Quel che sappiamo è abbastanza allarmante da collocare le donne incinte fra i gruppi a rischio». David Baud, co-autore delle precedenti raccomandazioni della Società Svizzera di Ginecologia e Ostetricia, ha segnalato all'associazione le sue osservazioni e spera che all'inizio di agosto vengano emesse nuove raccomandazioni. «Ora non sono preoccupato. Ma dobbiamo essere pronti se si verifica una seconda ondata in settembre o ottobre», aggiunge.
In concreto, le donne incinte dovrebbero proteggersi di più e seguire scrupolosamente le misure di distanziamento sociale. Occorre dare priorità al telelavoro o lavorare in condizioni adeguate, altrimenti le future mamme dovrebbero essere messe in congedo malattia.