Clima Energia e ambiente: «Berna prenda posizione su conflitti interesse»

mh, ats

16.2.2021 - 11:14

La diga della Verzasca, inaugurata nel 1965
La diga della Verzasca, inaugurata nel 1965
Keystone

Dal 2050 il saldo netto delle emissioni di gas a effetto serra prodotte dalla Svizzera dovrebbe essere pari a zero. Per farlo la Confederazione è chiamata, tra le altre cose, anche a sviluppare fortemente la produzione di energia idroelettrica e fotovoltaica.

I cantoni alpini chiedono al Consiglio federale soluzioni per risolvere i conflitti di interesse che nasceranno in ambito ambientale e di tutela del paesaggio.

Ridurre a zero le emissioni nette di gas serra significa dover fare i conti con un maggiore fabbisogno energetico, sottolinea la Conferenza dei governi dei cantoni alpini (CGCA) in una nota odierna.

Anche attuando drastiche misure di efficienza, la Confederazione prevede una crescita dei consumi di elettricità di 23 TWh. Complessivamente, il fabbisogno energetico nel 2050 dovrà essere coperto per il 53% dall'idroelettrico e per il 34% dal fotovoltaico, rileva la CGCA.

Attualmente, la produzione media di energia idroelettrica è di 36,6 TWh all'anno. Le strategie della Confederazione prevedono, entro il 2050, un potenziamento o a 45 TWh, equivalente a un incremento di 8,4 TWh, al quale vanno ad aggiungersi circa 4 TWh legati alle perdite di produzione. Ne risulta pertanto un potenziamento netto di oltre 12 TWh, sottolineano i cantoni alpini.

Lo sfruttamento della forza idrica ha però anche un impatto sulle acque e sugli habitat naturali, ricorda la CGCA, che evidenzia un chiaro conflitto di interessi tra le misure attuate per realizzare gli obiettivi energetici e climatici e le norme di legge in materia di tutela ambientale.

La Conferenza chiede pertanto che il Consiglio federale, nel suo messaggio concernente la «Legge federale su un approvvigionamento elettrico sicuro con le energie rinnovabili», spieghi come ha intenzione di risolvere la questione.

Quanto illustrato vale anche per il fotovoltaico. Nel 2050 gli impianti fotovoltaici del Paese dovranno produrre 34 TWh/anno, ossia 32 TWh in più rispetto a oggi. In montagna sarà necessario realizzare grandi impianti, più efficienti rispetto a quelli a valle. Anche questo scenario sarà causa di conflitti d'interesse rispetto alla tutela del paesaggio.

La CGCA è stata costituita nel 1981. Oggi vi appartengono i governi dei Cantoni di Uri, Obvaldo, Nidvaldo, Glarona, Appenzello Interno, Grigioni, Ticino e Vallese. Inizialmente, l'obiettivo si limitava al coordinamento delle questioni sull'uso di energia idroelettrica. Nel frattempo si è esteso e, oggi, la CGCA si propone come rappresentanza collettiva di tutte le problematiche specifiche montane e dei suoi interessi, sia a livello nazionale che all'estero.

Tornare alla home page