Winterthur Espulso dalla Svizzera il predicatore dell'ex moschea An'Nur

ATS

4.5.2019

Polizei-Razzia in der An'Nur-Moschee in Winterthur im November 2016. Ein verurteilter Prediger ist nun ausgeschafft worden. (Archivbild)
Polizei-Razzia in der An'Nur-Moschee in Winterthur im November 2016. Ein verurteilter Prediger ist nun ausgeschafft worden. (Archivbild)

Nuovo passo avanti nella vicenda dell'ex moschea An'Nur di Winterthur (ZH): il predicatore etiope, poi rivelatosi somalo, che aveva lanciato messaggi di odio e di istigazione alla violenza è stato espulso dalla Svizzera.

L'imam, all'epoca 25enne, aveva dichiarato davanti a una sessantina di fedeli della moschea che i musulmani che non pregano in comunità andrebbero "banditi, respinti, evitati e calunniati fino al loro ritorno". E nel caso dovessero perseverare con questo comportamento, andrebbero addirittura uccisi.

Per quelle frasi, l'ex imam etiope è stato condannato nel novembre 2017 a 18 mesi di detenzione con la condizionale e a 10 anni di espulsione dalla Confederazione. Nel novembre 2018, la decisione della corte è stata confermata in seconda istanza.

Espulso in Somalia

Ora, il predicatore è stato espulso in Somalia, ha annunciato la Segreteria di Stato della migrazione (SEM) all'agenzia Keystone-ATS. Le autorità somale hanno infatti riconosciuto il giovane come cittadino somalo e hanno accettato il rimpatrio. Questa tappa, tuttavia, è stata preceduta da un lungo e intenso sforzo da parte delle autorità federali per determinare la nazionalità del predicatore.

Inizialmente indicato come etiope, l'ex imam non aveva infatti documenti di viaggio validi e non aveva cooperato negli incontri avuti con la SEM. Quest'ultima ha dunque deciso di indagare in profondità e sebbene la nazionalità etiope non sia stata confermata, è stato possibile chiarire una possibile cittadinanza somala.

An'Nur considerata luogo di radicalizzazione islamica

La moschea An'Nur (la Luce), ora chiusa, era considerata un luogo di radicalizzazione islamica. Secondo varie fonti, sarebbero almeno cinque i ragazzi partiti dalla città zurighese verso la Siria per la jihad, la guerra santa islamica, nelle file dell'Isis.

Tornare alla home page