Svizzera Covid, Masserey: «Il ritmo delle vaccinazioni è troppo lento»

pab / sam / ATS

29.9.2021

Sul fronte del Covid-19, anche se tutti gli indicatori sono in calo, sarà comunque difficile assorbire un rapido aumento dei casi, ha avvertito martedì Virginie Masserey, capo della sezione controllo delle infezioni dell'Ufficio federale della sanità (UFSP), durante la consueta conferenza stampa sulla pandemia degli esperti della Confederazione.

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I tassi di vaccinazione sono ancora troppo bassi in Svizzera, nonostante l'aumento delle ultime settimane. Secondo gli esperti della Confederazione, la Svizzera è in ritardo rispetto ad altri paesi.

Il 66% delle persone sopra i 12 anni è attualmente completamente vaccinato (5 milioni di persone). Tre adulti su quattro hanno già ricevuto una dose del vaccino. Tra i 20-29 anni il tasso è del 60% e del 50% tra gli under 20.

«È ancora troppo poco per raggiungere un'immunizzazione sufficiente entro l'inverno», ha dichiarato oggi davanti alla stampa Virginie Masserey, capo della sezione controllo delle infezioni dell'UFSP.

Lo spettro del mese di ottobre 2020

Il tempo è stato favorevole negli ultimi giorni, agevolando il calo dei contagi, ha sottolineato Masserey. Ma la tendenza può ricominciare rapidamente a salire e minare le capacità ospedaliere come lo scorso autunno.

Basta pensare a quanto successo nell'ottobre di un anno fa per sapere che la situazione potrebbe diventare di nuovo critica. «Sono soprattutto i giovani non vaccinati che si trovano attualmente negli ospedali», ha ricordato Masserey.

L'esperta ha ribadito quindi l'importanza di vaccinarsi. L'attuale situazione epidemiologica è tranquilla ed è il momento ideale per farsi vaccinare. «Dobbiamo approfittare della situazione», ha detto l'esperta. Può cambiare rapidamente, in particolare con l'arrivo della stagione fredda.

In arrivo il vaccino Janssen

Fra i non immunizzati ci sono circa 260'000 persone (il 10-12% della popolazione) reticenti ai vaccini mRNA, ma anche chi non può farvi ricorso per motivi medici. Per tutte queste persone, un'alternativa è rappresenta dal nuovo vaccino monodose Janssen a vettore virale dell'azienda farmaceutica Johnson & Johnson.

La Confederazione ha ordinato 150'000 dosi del vaccino. Le prime dosi di Janssen saranno distribuite a partire dalla settimana prossima ai cantoni, ha detto Virginie Masserey.

Secondo Christoph Berger, presidente della Commissione federale per le vaccinazioni (CFV), il vaccino Janssen a vettore virale è adatto in particolare alle persone estremamente allergiche, in tutto «meno di un centinaio di persone», e rappresenta una buona alternativa per chi è reticente ai vaccini mRNA.

Terzo richiamo non necessario

Le poche eccezioni per le quali non viene consigliato sono le donne incinte e le donne sotto i 60 anni con rischi particolari di trombosi. Questi rischi non sono stati riscontrati con i vaccini mRNA, ha precisato Berger.

Berger si è espresso anche sui richiami vaccinali: «Al momento non sono necessari per gli adulti vaccinati e in buona salute». Gli esperti continuano tuttavia a seguire la situazione da vicino.

«Test non per forza gratuiti»

I test effettuati al solo scopo di ottenere un certificato Covid «non devono per forza rimanere gratuiti», ha affermato da parte sua Linda Nartey, medico cantonale bernese e vicepresidente dell'Associazione dei medici cantonali (AMCS).

L'importante è che i test siano disponibili, specialmente per le persone con sintomi. Nelle scuole e nei centri medici, i test continueranno ad essere gratuiti, ha sottolineato Nartey. Dal punto di vista dei medici cantonali, la priorità va data al raggiungimento della massima copertura vaccinale possibile.

La situazione in Svizzera

In Svizzera, nelle ultime 24 ore, si sono registrati 1451 nuovi casi di Covid-19, secondo le cifre pubblicate dall'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP). Sono inoltre stati segnalati sette nuovi decessi e 39 persone sono state ricoverate in ospedale.

La situazione sul fronte dei contagi invece migliora leggermente sia nei Grigioni (32 nuovi casi) che in Ticino (20 infezioni in più), dove però si registra un ulteriore decesso dovuto alla malattia.