Giustizia Abbonamenti a siti pornografici, la FRC porta il caso Obligo al TF

mp, ats

21.3.2024 - 15:22

La FRC non ci sta e porta il caso Obligo davanti al TF (foto d'archivio)
La FRC non ci sta e porta il caso Obligo davanti al TF (foto d'archivio)
Keystone

La FRC ricorre davanti al Tribunale federale (TF) contro la decisione del tribunale cantonale svittese di archiviare il caso Obligo, società accusata di utilizzare procedure non trasparenti per far pagare abbonamenti indesiderati a siti web pornografici.

Keystone-SDA, mp, ats

A differenza della Federazione romanda dei consumatori (FRC), la Segreteria di Stato dell'economia (SECO) rinuncia a presentare un ricorso.

Il 16 febbraio scorso, «la Corte penale di Svitto ha respinto l'appello presentato dalla nostra associazione, dichiarandolo semplicemente inammissibile per motivi formali. Si rifiuta quindi di pronunciarsi sul merito della vicenda», indica la FRC in una nota odierna.

«Dopo dieci anni di indagini e alla luce della valanga di reclami presentati alla FRC, che sono aumentati costantemente fino a raggiungere il secondo posto nella lista dei reclami del 2023, la nostra associazione non può lasciare le cose come stanno», aggiunge la Federazione romanda dei consumatori.

Secondo la FRC, le carenze formali menzionate dal tribunale svittese «non esistono, e anche se esistessero, la corte avrebbe dovuto dare alla FRC la possibilità di correggerle».

Dal canto suo, la Segreteria di Stato dell'economia, che aveva pure presentato un ricorso contro Obligo SA, ha indicato oggi in una nota di aver «preso atto della decisione» del tribunale. La SECO ha deciso di «non continuare il procedimento penale contro i responsabili» in considerazione della lunghezza «del procedimento penale e degli argomenti addotti dal tribunale cantonale».

Quest'ultimo sostiene infatti che «l'interfaccia poco trasparente sul cellulare, gli elementi grafici e il fatto che al momento dell'acquisto venga indicata una società bucalettere non costituiscano elementi decisivi per esprimere un giudizio sul presunto inganno ai danni dell'utenza», in quanto questi elementi non sono menzionati nell'atto d'accusa.

Mancanza di chiarezza

Le denunce penali della FRC e della SECO, che risalgono al 2014, riguardano anche i responsabili delle società Paypay SA e Pulsira Limited SA. La federazione e la segreteria denunciavano la violazione della legge sulla concorrenza sleale, in particolare per la mancanza di chiarezza nelle varie fasi che portano alla sottoscrizione di un abbonamento.

Il ricorso aveva avuto origine dall'assoluzione del responsabile di Obligo da parte del tribunale di primo grado, nonostante l'accusa formulata nei suoi confronti dal Ministero pubblico. Secondo quest'ultimo, l'utente stipula un contratto di pagamento premendo semplicemente il pulsante «play» e quello per accedere ai video. La società richiede poi pagamenti derivanti da questa procedura non trasparente.

Obligo sostiene di agire come semplice società di fatturazione. La FRC ritiene invece che questa argomentazione non sia convincente. L'inchiesta ha dimostrato che «ha partenariati con fornitori di servizi su diversi siti pornografici». Anche se il nome della società compare solo al momento della fatturazione, dalla proposta di abbonamento alla riscossione delle fatture non dovute, è Obligo tirare le fila, secondo la FRC.

La «vergogna» causata alle vittime, sospettate di aver visitato siti pornografici, le incoraggia a pagare le fatture non dovute per evitare complicazioni, secondo la FRC. A suo dire, si tratta di una strategia altamente redditizia per Obligo, che raccoglie anche una massa di dati personali potenzialmente sensibili.