Votazioni Frontex: 71,5% di sì, sostegno oltre le previsioni

mc, ats

15.5.2022 - 17:11

Agenti della guardia di frontiera e costiera europea (Frontex)
Agenti della guardia di frontiera e costiera europea (Frontex)
Keystone

Oltre il 71% degli svizzeri ha approvato oggi il potenziamento dell'Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera (Frontex). Un successo che viene interpretato come un segnale della forte volontà popolare di proseguire la cooperazione con l'Ue.

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Le percentuali di favorevoli hanno superato le già rosee previsioni dei sondaggi e variano dal 77% di Zugo al 63,5% di Ginevra. Il Ticino si situa al penultimo posto con il 66,3% di sì, mentre i Grigioni sono in linea con il risultato nazionale raggiungendo il 72,15% di voti a favore.

I contributi della Confederazione a Frontex aumenteranno quindi progressivamente nei prossimi anni, passando dai 24 milioni di franchi del 2021 a 61 milioni nel 2027. È previsto anche un incremento del personale messo a disposizione dalla Svizzera. Presumibilmente entro il 2027 gli effettivi saliranno dall'attuale media di circa sei posti a tempo pieno a un massimo di circa 40 posti.

Con questo nuovo sviluppo dell'acquis di Schengen, i contributi della Confederazione a Frontex aumenteranno progressivamente nei prossimi anni, passando dai 24 milioni di franchi del 2021 a 61 milioni nel 2027. È previsto anche un incremento del personale messo a disposizione dalla Svizzera. Presumibilmente entro il 2027 gli effettivi saliranno dall'attuale media di circa sei posti a tempo pieno a un massimo di circa 40 posti a tempo pieno.

La necessità di riformare Frontex, più volte accusata di violazioni dei diritti umani, non è contestata, ma i timori che la Svizzera venisse automaticamente espulsa dal sistema Schengen hanno avuto decisamente la meglio.

La chiara approvazione del popolo per il finanziamento di Frontex è un impegno per la sicurezza della Svizzera e per il proseguimento della cooperazione con l'UE, ha affermato il comitato per il sì. L'elettorato svizzero ha capito che la politica di sicurezza non è possibile rimanendo isolati, ha dichiarato la consigliera nazionale del PLR Maja Riniker precisando che sulle questioni dei diritti umani sono già in corso miglioramenti all'interno di Frontex.

«Questo risultato è deludente e persino vergognoso per un Paese che sostiene di avere uno stato di diritto e una tradizione umanitaria», ha dichiarato a Keystone-ATS Sophie Guignard, del comitato referendario NoFrontex. «Si tratta in un certo senso di chiudere un occhio su una politica disumana».

A suo avviso, la minaccia di un'uscita da Schengen ha avuto un peso evidente nel dibattito. Il campo del «sì» ha pure affermato che i «diritti fondamentali» potrebbero essere sviluppati con la permanenza in Frontex, «ma non abbiamo prove che la Svizzera si sia opposta alla politica di Frontex per più di 10 anni», ha detto Guignard. Per il comitato referendario, queste affermazioni sono «specchietti per le allodole». Piuttosto, l'attuale riforma ha «consolidato i problemi strutturali, l'incontrollabilità di Frontex e la sua mancanza di trasparenza».