GinevraPierre Maudet inoltra denuncia per «diffamazione»
mf, ats
16.12.2020 - 11:19
Il consigliere di Stato ginevrino Pierre Maudet non accetta di essere stato privato del dipartimento per lo sviluppo economico dai suoi colleghi di governo sulla base di un rapporto che, a suo dire, «si fa beffe» delle «elementari regole del diritto». In un'intervista al settimanale GHI, ha annunciato di aver intentato una causa per diffamazione contro l'autrice e contro ignoti.
«Questo rapporto è un accumulo di citazioni anonime che non si basano su alcun elemento fattuale», ha detto Maudet. «Non sappiamo quali domande ha posto la consulente e come ha condotto i colloqui». Il magistrato deplora il fatto che «in sostanza, si denuncia senza fornire alcuna prova tangibile».
Pierre Maudet si rammarica di non aver potuto rispondere alle accuse basate su fatti comprovati e documentati «perché non c'erano verbali». Ha detto che il rapporto conteneva comunque «gravi accuse», alcune delle quali costituiscono «diffamazione o addirittura insulto».
Secondo il Consiglio di Stato, il rapporto rivela casi di grande sofferenza sul lavoro di alcuni dipendenti del Dipartimento dello Sviluppo Economico e punta l'indice direttamente contro Pierre Maudet. «Non nego di essere esigente, non so sempre come dire grazie, ma non ho mai commesso mobbing o ricevuto lamentele in tredici anni», ha detto Maudet al GHI.
Il governo ginevrino, dopo questa prima diagnosi che ha definito allarmante, ha ordinato un secondo rapporto sul funzionamento del Dipartimento all'ex giudice federale Jean Fonjallaz. Per Pierre Maudet, così facendo i suoi ex colleghi «riconoscono implicitamente che il primo rapporto è stato fatto male».
Pierre Maudet si è dimesso in ottobre e si è candidato alla sua stessa successione alle elezioni suppletive per il Consiglio di Stato di Ginevra, il cui primo turno si terrà all'inizio di marzo. Correrà come indipendente, visto che è stato espulso dal PLR ginevrino. Prima della scadenza elettorale, dovrà affrontare il processo davanti al tribunale di polizia a metà febbraio. L'ex consigliere di Stato è accusato di accettazione di vantaggi per un controverso viaggio ad Abu Dhabi nel 2015.