Votazioni federali «Imprese responsabili»: 300 aziende a favore

ATS

20.10.2020 - 13:45

«Non è accettabile che le multinazionali approfittino dei vantaggi di avere la propria sede in Svizzera, ma che operino all'estero in un modo che non tollereremmo mai qui», sostiene Peter Stämpfli, comproprietario del gruppo Stämpfli, società di arti grafiche e casa editrice.
«Non è accettabile che le multinazionali approfittino dei vantaggi di avere la propria sede in Svizzera, ma che operino all'estero in un modo che non tollereremmo mai qui», sostiene Peter Stämpfli, comproprietario del gruppo Stämpfli, società di arti grafiche e casa editrice.
Source: Wirtschaftskomitee für verantwortungsvolle Unternehmen

Circa 300 imprenditori di tutta la Svizzera hanno lanciato oggi la loro campagna a favore dell'iniziativa popolare «per imprese responsabili – a tutela dell'essere umano e dell'ambiente», sottoposta al giudizio di popolo e Cantoni il prossimo 29 novembre.

Tra le varie ragioni addotte figura, a loro avviso, il rafforzamento della piazza economica elvetica.

I direttori di queste imprese hanno costituito il comitato denominato Economia per imprese responsabili. In un comunicato diramato oggi – reperibile solo in tedesco e francese sul loro sito (verantwortungsvolle-unternehmen.ch rispettivamente entreprises-responsables.ch) – spiegano che le multinazionali, le cui filiali violano i diritti umani o ignorano gli standard ambientali, non solo danneggiano le persone interessate, ma rappresentano anche un rischio in termini di investimenti.

Sono le piccole e medie imprese (PMI), si legge nel comunicato, che dipendono dalla buona reputazione della Svizzera, a soffrire maggiormente delle azioni delle aziende che sgarrano.

Hugo Van Buel, direttore di Cla-Val Europe, «con decenni di esperienza nel settore industriale», citato nel comunicato afferma: «Ci assicuriamo che nelle fabbriche con cui lavoriamo all'estero i diritti umani siano rispettati. Ciò che l'iniziativa chiede è del tutto fattibile e applicabile. È semplicemente questione di buon senso.»

«Non è accettabile che le multinazionali approfittino dei vantaggi di avere la propria sede in Svizzera, ma che operino all'estero in un modo che non tollereremmo mai qui», sostiene dal canto suo, sempre citato nella nota, Peter Stämpfli, comproprietario del gruppo Stämpfli, società di arti grafiche e casa editrice.

Mondo economico diviso

Il progetto di modifica costituzionale divide il mondo economico. L'organizzazione Economiesuisse, che tra le sue file conta le maggiori imprese svizzere, si oppone risolutamente all'iniziativa. Il 29 settembre ha spiegato che il testo metterebbe in pericolo un modello collaudato di cooperazione internazionale, che farebbe delle aziende svizzere un capro espiatorio, e che sarebbe dannoso per le popolazioni dei Paesi in via di sviluppo. Economiesuisse sostiene invece il controprogetto della Camere federali.

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