SvizzeraLe infezioni ospedaliere non sono causate da una scarsa igiene?
dmu
13.6.2024
Le procedure sterili durante un'operazione sono necessarie per ridurre al minimo il rischio di infezioni ospedaliere. Ma un nuovo studio dimostra che in molti casi la fonte delle infezioni chirurgiche è il paziente stesso.
dmu
13.06.2024, 14:31
Dominik Müller
Hai fretta? blue News riassume per te:
Se dopo un'operazione si verifica un'infezione nel paziente, in alcune circostanze potrebbe essere fatale.
Gli ospedali si impegnano quindi a fondo per garantire processi sterili.
In molti casi, però, i pazienti portano già i germi pericolosi sulla pelle, come dimostra un nuovo studio.
Le infezioni ospedaliere rendono un'operazione ancora più pericolosa di quanto non lo sia già. Secondo le stime del Centro nazionale per la prevenzione delle infezioni Swissnoso, in Svizzera dall'1 al 20% dei pazienti si infetta la ferita in ambito post-operatorio, a seconda del tipo di intervento.
Le conseguenze sono costi più elevati, degenze ospedaliere più lunghe e, a volte, anche il decesso.
Un nuovo studio
Per questo motivo si investe molto nella prevenzione nelle sale operatorie. Un nuovo studio è però giunto alla conclusione che molte infezioni ospedaliere non si verificano a causa di una scarsa igiene, ma sono innescate da germi già presenti sulla pelle del paziente prima dell'intervento.
In concreto, ciò significa che la maggior parte dei pazienti si infetta con i batteri della propria pelle durante l'operazione.
Le nuove scoperte sono il risultato di uno studio condotto da un gruppo di ricercatori della Washington University guidati dal medico Dustin Long, ha riferito per prima la SRF.
«Gli studi precedenti si erano già concentrati sul batterio Staphylococcus aureus, che colonizza principalmente la pelle degli esseri umani», ha dichiarato Long.
Germi resistenti sulla pelle
Nell'ambito dello studio è stato analizzato il microbioma di circa 200 persone sottoposte a chirurgia spinale. Prima dell'intervento sono stati analizzati tutti i batteri presenti sulla pelle della colonna vertebrale.
Se dopo l'intervento si è verificata un'infezione, sono stati prelevati campioni dal sito dell'infezione e confrontati con i campioni di pelle. «Oltre l'80% di queste infezioni coincidevano con i batteri che colonizzavano la pelle del paziente prima dell'intervento», spiega Long.
Molti di questi batteri sono resistenti alla cosiddetta profilassi antibiotica, ovvero agli antibiotici preventivi che vengono iniettati nella vena del paziente immediatamente prima dell'intervento.
Secondo lo studio, la percentuale di germi resistenti è del 59%.
Possibile cambiamento nella medicina
I risultati dello studio potrebbero essere rivoluzionari per la medicina, almeno così ha dichiarato alla SRF Ralph Schär, chirurgo spinale dell'Inselspital di Berna: «Mettono in discussione le misure preventive adottate nelle sale operatorie di tutto il mondo».
La profilassi antibiotica deve essere personalizzata e adattata al singolo paziente.
Non si sa se ciò avverrà anche in Svizzera. Per lo meno, il nuovo studio ha aperto la discussione nella comunità scientifica sulla profilassi individuale delle infezioni.