Pensioni L'esperto: «L'AVS scomparirà solo se la Svizzera smetterà di esistere»

Di Léo Martinetti

19.4.2023

Matthieu Leimgruber: «Quello che accade in Svizzera accade anche all'estero».
Matthieu Leimgruber: «Quello che accade in Svizzera accade anche all'estero».
Keystone

La riforma delle pensioni agita da settimane la vita politica francese. Lo scorso anno in Svizzera è stato accettato il progetto «AVS 21»: a che punto siamo oggi? Matthieu Leimgruber, professore di storia moderna all'Università di Zurigo e specialista in assicurazioni sociali, analizza i problemi e le sfide del sistema pensionistico svizzero.

Di Léo Martinetti

Molte persone, soprattutto i giovani, temono che non potranno mai beneficiare di una pensione. Questa paura è giustificata?

L'AVS scomparirà solo se la Svizzera smetterà di esistere come nazione. Per il momento non siamo a questo punto, e se lo fossimo avremmo altre preoccupazioni. Non esiste un Paese che istituisca un sistema pensionistico e poi smetta di pagare. Per dirla in altro modo: sono timori infondati.

«Siamo ben lontani da un imminente fallimento del sistema»

Matteo Leimgruber

Specialista in assicurazioni sociali

Le opinioni pessimistiche circolano nella società perché sono alimentate dalla retorica allarmistica che dipinge costantemente il sistema pensionistico come in grande difficoltà finanziaria o addirittura «sull'orlo del collasso». Questa narrazione è emersa circa trent'anni fa, proprio quando sono iniziati i difficili dibattiti sul finanziamento a lungo termine dei sistemi pensionistici. In questo periodo è emersa anche una visione molto negativa dell'invecchiamento demografico. Si pensava che l'aumento del numero di pensionati e della loro longevità avrebbe costituito un onere finanziario sempre maggiore e, di conseguenza, avrebbe quasi inevitabilmente giustificato «riforme» che in realtà erano tagli alle prestazioni.

Ma l'invecchiamento della popolazione è ancora un dato di fatto...

L'invecchiamento della popolazione è reale, ma è solo una delle variabili nel finanziamento delle pensioni. Tra il 1980 e il 2020, il numero di beneficiari dell'AVS è quasi raddoppiato, passando da 900.000 a quasi 1,6 milioni di persone. Eppure, nello stesso periodo, il costo annuo delle pensioni erogate dall'AVS, in percentuale sul prodotto interno lordo non è raddoppiato ma solo aumentato del 20%. Siamo quindi ben lontani da un imminente fallimento del sistema e la Svizzera, uno dei Paesi più ricchi del mondo, ha ancora la possibilità di finanziare l'AVS.

Se prendiamo l'esempio della vicenda Credit Suisse, per la quale sono stati sbloccati miliardi, possiamo capire che il finanziamento del sistema pensionistico di vecchiaia è una questione politica e di allocazione di risorse?

C'è un contrasto tra la recente riluttanza del Consiglio federale a indicizzare le pensioni AVS per compensare l'aumento dell'inflazione e la scelta, fatta in assoluta urgenza, di destinare decine di miliardi a una banca allo sbando. Queste decisioni sono ovviamente legate a valutazioni politiche, non al fatto che mancano i soldi.

Nel 2022 il popolo svizzero ha accettato il progetto «AVS 21», quali sono le domande che oggi rimangono senza risposta?

Lo scorso autunno abbiamo votato sull'AVS, ma non dimentichiamo che ci sono altre componenti del sistema pensionistico e che i dibattiti sono asincroni, non si muovono alla stessa velocità. Ora che il progetto «AVS 21» è passato di poco, la prossima polemica politica riguarderà non solo la riforma del secondo pilastro, ma anche un'iniziativa popolare dei giovani del PLR che propone l'innalzamento dell'età pensionabile a 67 anni per tutte e tutti. Questi progetti nei prossimi mesi saranno sicuramente oggetto di lotte referendarie e dibattiti accesi.

Dal 1947, anno in cui è stata fondata l'AVS, il futuro delle pensioni è un tema che riemerge continuamente in politica. L'assicurazione sociale è un elemento costitutivo delle nostre società. Si tratta di sistemi dinamici, in continua evoluzione.

In termini di previdenza per la vecchiaia, come si pone la Svizzera rispetto ai suoi vicini?

L'idea che abbiamo un sistema unico al mondo è sbagliata. La maggior parte dei Paesi industrializzati ha un sistema pensionistico a due o addirittura tre livelli. Semplicemente non lo chiamano il sistema dei «tre pilastri». In Svizzera, questa metafora nasce dalle lotte politiche che hanno portato all'istituzione del secondo pilastro obbligatorio, poi del risparmio previdenziale individuale (il terzo pilastro). Questa soluzione ternaria mirava a rafforzare il peso delle pensioni finanziate dall'investimento del capitale accumulato nei fondi pensione, a discapito del finanziamento a ripartizione sperimentato dall'AVS.

«L'idea di un sistema unico al mondo è sbagliata»

Matthieu Leimgruber

Specialista in assicurazioni sociali

Anche in Francia o in Germania la pensione si basa su più componenti, ma il ruolo delle soluzioni a capitalizzazione rimane molto inferiore rispetto alla Svizzera. La particolarità del sistema elvetico risiede in particolare nel peso significativo attribuito ai fondi pensione organizzati da aziende e compagnie di assicurazione sulla vita in un quadro obbligatorio, vigilato dallo Stato.

Il sistema olandese è molto simile a quello svizzero. Tuttavia, i 50 fondi pensione olandesi coprono interi settori di attività, mentre in Svizzera il secondo pilastro è composto da oltre 1.000 istituti di previdenza di dimensioni molto diverse. La frammentazione dei fondi pensione è molto forte anche negli Stati Uniti. Ma in questo caso l'iscrizione al secondo pilastro non è obbligatoria. In fin dei conti, quello che succede in Svizzera succede anche all'estero, ma le configurazioni sono un po' diverse.

In Francia si stanno svolgendo manifestazioni violente contro la riforma delle pensioni. Perché in Svizzera no?

In Francia, il rinvio dell'età pensionabile sta suscitando, come in Svizzera l'anno scorso, polemiche molto vivaci. Anche se gli importi delle pensioni sono molto più bassi di quelli elvetici. Ma gli oppositori del piano del Governo non hanno gli strumenti della democrazia diretta e, visto lo stallo del Parlamento, non hanno altra scelta che esprimersi direttamente nelle strade. Ma anche se i mezzi di azione politica sono diversi, le questioni sono molto simili.