Sanità Medici: nuovo sistema autorizzazione proposto da Berset non piace

ATS

2.11.2017 - 12:23

BERNA

Il nuovo sistema di autorizzazione dei medici proposto da Alain Berset non piace, eccetto ai cantoni e al PS.

La regolamentazione delle autorizzazioni di nuovi fornitori di prestazioni a carico dell'assicurazione malattia di base è un tema ricorrente. L'attuale moratoria sugli studi medici, valida fino a giugno 2019, dovrebbe lasciare il posto a un sistema di regolazione.

Secondo il progetto di revisione parziale della legge federale sull'assicurazione malattie (autorizzazione dei fornitori di prestazioni), in procedura di consultazione fino a domani, i cantoni fisseranno i limiti. Finora, questo ruolo spettava al Consiglio federale.

Per farlo, i cantoni avranno due anni e potranno anche decidere dei numeri massimi per indirizzo medico tenendo conto del tasso di occupazione dei dottori. Questi limiti saranno validi per l'insieme dei medici attivi nel settore ambulatoriale del cantone, che esercitano in modo indipendente o meno, in ospedale o in studio.

Se l'idea piace al PS e ai cantoni, non è lo stesso per la destra. UDC e PLR ricordano che i cantoni non partecipano ai costi nel settore ambulatoriale, assicurato al 100% dalle casse, contrariamente a ciò che avviene nel settore stazionario. Tale differenza nella ripartizione dei finanziamenti delle cure conduce a "incitamenti negativi", affermano. "Chi paga comanda", scrive il PLR nella sua risposta alla consultazione. E il PPD dice di non dimenticare che se i cantoni partecipano ai costi delle cure ambulatoriali, è comprensibile che vogliano poter controllare la situazione e il numero di autorizzazioni.

Secondo UDC, PLR e PPD questo aspetto dovrebbe essere trattato contemporaneamente all'unificazione del finanziamento dei settori ambulatoriale e stazionario. Ciò permetterebbe anche di risparmiare sensibilmente sui premi malattia. Un modello sul quale discute già una sottocommissione del Consiglio nazionale.

Senza sorpresa, gli assicuratori sono della stessa opinione. Le due associazioni delle casse malattia Santésuisse e Curafutura criticano che finora solo le cure stazionarie vengono cofinanziate dai cantoni. Ritengono inoltre che il progetto di Berset non offre più libertà concorrenziale agli attori del ramo.

Per i dottori la revisione prevista "è praticamente impossibile da realizzare". L'onere amministrativo sarà troppo elevato, afferma la Federazione dei medici svizzeri FMH. Inoltre, il ricambio dei dottori in Svizzera è insufficiente e i camici bianchi stranieri sono dunque inevitabili. La soluzione, secondo loro, è di concentrarsi su criteri di qualità misurabili, come un obbligo di formazione continua durante tutta la carriera e competenze linguistiche certificate da un esame.

Il Consiglio federale intende anche aumentare il livello di formazione dei medici fissando nuovi requisiti, anche linguistici. Delle misure in questo senso sono già state prese. La sorveglianza spetta ai cantoni. Nuovi criteri saranno aggiunti sia per i nuovi dottori che per quelli già ammessi.

Un altra richiesta del governo nei confronti dei medici riguarderebbe un periodo di attesa di due anni al termine della formazione prima dell'apertura di uno studio medico. Questa proposta viene respinta da assicuratori, dottori e cantoni. Attendere non migliorerà la situazione, riassume l'FMH, e scoraggerà i giovani.

Su questo punto, il PS non segue la linea del ministro Berset. Sostiene invece la proposta FMH: i professionisti devono aver esercitato un'attività medica per almeno tre anni in una struttura di formazione post-laurea riconosciuta nella disciplina richiesta.

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