La maggioranza degli iscritti al PPD sarebbe d'accordo di stralciare il riferimento cristiano presente nella sua denominazione in francese (Parti démocrate-chrétien) e tedesca (Christlichdemokratische Volkspartei).
Lo rivela oggi il Blick sulla base di un sondaggio interno al partito. Per la formazione politica si tratterebbe tuttavia soltanto di risultati parziali.
Il dilemma se fare a meno del referente cristiano occupa da anni il Partito popolare democratico svizzero. La direzione della formazione politica ha proposto ai suoi affiliati una serie di varianti, una ventina, come «CVP. Die Mitte», «Allianz der Mitte» oppure «Demokratische Volkspartei».
Ebbene stando al quotidiano svizzero-tedesco, il 53% dei membri che hanno risposto al questionario sarebbe d'accordo a un cambiamento del nome del partito in cui non figurasse più il riferimento al cristianesimo. Al suo posto preferirebbero un nome che contenesse la parola «Mitte» (di centro).
Stando alla portavoce del PPD svizzero, Salomé Steinle, contattata da Keystone-ATS, si tratterebbe tuttavia di un risultato parziale del sondaggio. Quello definitivo sarà reso noto ufficialmente all'inizio di luglio. Una decisione non è ancora stata presa, ha dichiarato Steinle, secondo cui si tratta di conoscere l'opinione della base su questo punto di una riforma che contempla anche altri aspetti.
All'assemblea dei delegati di febbraio, il presidente del PPD, Gerhard Pfister, ha sostenuto che l'anno in corso sarà quello delle riforme, necessarie a suo dire se il partito vuole progredire nei consensi. Tra i cambiamenti adombrati figura anche una modifica del nome. A suo parere, l'appartenenza religiosa ha perso d'importanza nella società attuale. Grazie a questo sondaggio, la direzione del PPD vuole anche sapere quale potenziale ha tra aderenti e simpatizzanti una politica di centro.
Apertura a fusione con il PBD
Sul cambiamento del nome del partito in tedesco e in francese, non tutti si sono dichiarati d'accordo. Il consigliere agli Stati Beat Rieder (PPD/VS) si oppone fermamente. Il «senatore» vallesano si è tuttavia detto aperto a una possibile fusione tra la sua formazione politica e il PBD. I due partiti hanno annunciato a inizio maggio di aver avviato colloqui sulla possibile formazione di un nuovo partito di centro. Tale unione era già stata affossata nell'ottobre 2014 dopo che una consultazione interna al PBD ha messo in luce forti reticenze da parte delle sezioni cantonali.
«Non ho alcun problema con il PBD», ha chiarito Rieder, che insiste tuttavia sul fatto di mantenere la «c» nel nome proponendo come alternativa «PPD-PBD» (e di conseguenza PDC-PBD in francese e CVP-BDP in tedesco).
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