PandemiaPerché così tanti casi di contagio nella Svizzera romanda?
Anne Funk
11.3.2021
Dopo l'entrata in vigore dei primi allentamenti alle restrizioni (e altri seguiranno), il tasso medio di contagi cresce in Svizzera romanda. Perché il virus si diffonde di più in questa regione rispetto al resto della nazione?
11.03.2021, 17:21
11.03.2021, 17:59
Anne Funk
Il calendario degli allentamenti delle misure di lotta contro il Covid è stato deciso: se la situazione epidemiologica migliorerà, a partire dal 22 marzo potranno essere effettuati nuovi passaggi verso il ritorno alla normalità. In particolare per quanto riguarda l'apertura dei ristoranti. Ma questa decisione dipende da una serie di condizioni. Gli allentamenti saranno possibili solo se il tasso di contagiosità sarà inferiore a 1 e se quello di incidenza risulterà in discesa a partire dal 1° marzo.
Pur senza voler affievolire le speranze, il bilancio per ora è fatto di luci e ombre e non lascia ipotizzare alcun allentamento delle misure. Per la seconda settimana consecutiva, il numero di contagi è aumentato. È vero che alcuni cantoni appaiono sulla buona strada: è il caso di Berna, con un tasso d'incidenza nei 14 giorni pari a 116,9 casi ogni 100 000 abitanti. La situazione appare però diversa altrove, in particolare nella Svizzera romanda, come mostra il grafico, riportato di seguito, dell'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP):
Nel Canton Vaud, il tasso d'incidenza è di 267 casi ogni 100 000 abitanti, ovvero il doppio rispetto a Berna. Ginevra allo stesso modo registra 265,8 contagi ogni 100 000 abitanti. E i due cantoni non rappresentano delle eccezioni, poiché anche quelli di Neuchâtel (231,7), Giura (210,6) e Friburgo (211) presentano dati elevati.
A titolo di paragone, il Canton Sciaffusa è attualmente il migliore, con un tasso di incidenza di 100,8 casi ogni 100 000 abitanti. Attualmente, il valore medio per la Svizzera e il Liechtenstein è di 168,36 casi.
Interpellata da «blue News», la Conferenza svizzera delle direttrici e dei direttori cantonali della sanità (CDS) conferma che la situazione è particolare in Svizzera romanda. «È esatto affermare che il tasso d'incidenza negli ultimi 14 giorni nei cantoni della Svizzera romanda è superiore alla media svizzera, pari a 168 casi ogni 100 000 abitanti», indica l'organismo. Ma perché proprio in tale regione? Secondo la CDS, è «praticamente impossibile determinarne le ragioni. Qualora dovesse in futuro essere possibile rispondere, lo sarà solo dopo un certo periodo di tempo».
Intervistato dal «Tages-Anzeiger», Blaise Genton, dirigente medico del Centro universitario di medicina generale e salute pubblica di Losanna e responsabile dei centri di vaccinazione contro il Covid-19 del Canton Vaud, imputa queste cifre elevate alla mutazione del virus attualmente in circolazione: «Supponiamo che la crescita dei contagi dipenda dalla diffusione della variante britannica del coronavirus». Le mutazioni sarebbero in effetti state identificate nel 30-40% dei campioni.
Tuttavia, come sottolineato da Nicolas Troillet, medico cantonale nel Vallese e infettivologo, la ricerca delle mutazioni è molto più importante nella Svizzera romanda, il che spiega anche il numero di casi più elevato rispetto alle altre aree.
La Svizzera romanda era già in difficoltà nel corso della seconda ondata
Può essere utile dare un'occhiata anche alle nazioni vicine: la Francia presenta attualmente un tasso d'incidenza negli ultimi 7 giorni di 219,2 casi ogni 100 000 abitanti. Nel land tedesco del Baden-Wurtemberg, il dato è soltanto pari a 60,7 casi. L'Austria registra al contrario un valore molto più elevato, con 184 casi ogni 100 000 abitanti. In Italia, il tasso d'incidenza nazionale su 7 giorni è di 240,9 casi.
È possibile che queste cifre elevate nei Paesi vicini si ripercuotano sui cantoni frontalieri? Ciò è vero solo in parte: se può essere effettivamente così nei casi di Francia e Italia, le cifre nell'Est del Paese sono relativamente basse, benché in Austria si registri ancora un numero di contagi più elevato. Inoltre, è bene ricordare che i viaggi e il traffico frontaliero sono sempre limitati: perciò, la causa principale non deve certamente essere ricercata nelle nazioni vicine.
Non è la prima volta che la Svizzera romanda si trova in difficoltà. La situazione era simile anche nel corso della seconda ondata. Anche all'epoca, la regione presentava un numero di contagi elevato rispetto alla Svizzera tedesca.
Come precisato da un'analisi della Task Force COVID-19 della Confederazione, ciò non era dovuto ad una diffusione più rapida del virus in autunno rispetto ad altri luoghi, ma a un tasso d'incidenza più elevato alla fine dell'estate.
Le misure dovrebbero essere adattate a livello cantonale?
Gli esperti individuano due spiegazioni possibili. In primo luogo, la Svizzera romanda ha vissuto un aumento un po' più importante del numero di casi durante l'estate rispetto alle altre regioni. In secondo luogo, il tasso d'incidenza era già molto elevato a giugno, mentre a livello nazionale era piuttosto basso.
Dopo il picco della seconda ondata, il numero di casi confermati è diminuito più rapidamente rispetto al resto del Paese, indicano gli esperti. Malgrado tutto, precisano, le misure più stringenti di lotta contro il virus applicate in Svizzera romanda rispetto agli altri cantoni hanno probabilmente avuto un ruolo decisivo.
Tenuto conto delle cifre attualmente elevate a livello locale e delle differenze importanti tra i cantoni, ci si pone domande rispetto alla possibilità di un alleggerimento a livello nazionale. O se, al contrario, non siano necessarie restrizioni più stringenti, come accaduto in autunno.
La CDS ha le idee chiare in proposito: «Per ciò che riguarda le restrizioni e il loro alleggerimento, ci sembra per ora giudizioso privilegiare un approccio coordinato a livello nazionale, senza differenziazioni cantonali, date le attuali differenze tra regioni», ha spiegato l'organismo a «blue News».