Svizzera Più tasse per i turisti dello shopping: verso uno sdoganamento già da 150 franchi

ATS / dor

14.11.2023

Il centro di Costanza è una meta popolare per i turisti svizzeri dello shopping.
Il centro di Costanza è una meta popolare per i turisti svizzeri dello shopping.
archivio Keystone/Ennio Leanza

La ministra delle finanze Karin Keller-Sutter vuole far pagare di più gli svizzeri che vanno all'estero a fare shopping. Al momento il limite di franchigia è di 300 franchi, ma in futuro in dogana potrebbero venire già tassati i beni di valore pari o superiore a 150 franchi.

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Hai fretta? blue News riassume per te

  • In futuro la Confederazione intende imporre tasse più elevate sugli acquisti importati in Svizzera.
  • Secondo un articolo di Tamedia, il cosiddetto limite di franchigia sarà dimezzato da 300 a 150 franchi.
  • Da questo importo, in futuro, la ministra delle finanze Karin Keller-Sutter vuole aggiungere l'IVA svizzera, come hanno spiegato a Tamedia diverse fonti che hanno familiarità con la questione.
  • Di conseguenza, il Consiglio federale avvierà prossimamente una procedura di consultazione in tal senso.

In futuro la Confederazione intende tassare più pesantemente gli acquisti fatti dagli svizzeri oltre frontiera. Secondo un articolo di «Tamedia», il cosiddetto limite di franchigia sarà dimezzato da 300 a 150 franchi.

Da questo importo, in futuro, la ministra delle finanze Karin Keller-Sutter (PLR) vuole aggiungere l'IVA elvetica, come hanno spiegato a Tamedia diverse fonti che hanno familiarità con la questione.

Di conseguenza, il Consiglio federale avvierà prossimamente una procedura di consultazione in tal senso.

La situazione attuale

Attualmente, gli acquisti importati in Svizzera devono essere tassati solo se superano un valore complessivo di 300 franchi. Ciò conferisce al turismo dello shopping un vantaggio competitivo.

È soprattutto il Parlamento a voler costringere il Governo ad agire. Ben due anni fa sia il Consiglio nazionale che il Consiglio degli Stati hanno approvato diverse proposte vincolanti che chiedevano di porre fine al «sovvenzionamento del turismo degli acquisti».

Ciò che serve, a loro avviso, sono condizioni concorrenziali paritarie nel commercio al dettaglio su entrambi i lati del confine.