Partiti PLR: clima, noi ok, sinistra vieta, UDC nega

ATS

1.10.2019 - 12:11

Il capogruppo PLR alle Camere federali Beat Walti (a sinistra) confabula con il «senatore» Damian Müller durante la conferenza stampa odierna.
Il capogruppo PLR alle Camere federali Beat Walti (a sinistra) confabula con il «senatore» Damian Müller durante la conferenza stampa odierna.
Source: KEYSTONE/PETER KLAUNZER

In vista delle imminenti elezioni federali del 20 ottobre, il PLR torna a giocare la carta ambientale, tentando di smarcarsi dagli avversari. Il partito ha presentato oggi i risultati ottenuti negli ultimi mesi, definiti molto soddisfacenti.

Critiche sono giunte per l'atteggiamento orientato verso i divieti della sinistra e la politica di diniego dei conservatori.

Dopo aver spalleggiato l'UDC lo scorso dicembre in Consiglio nazionale sulla nuova legge sul CO2, i liberali radicali hanno sorprendentemente cambiato rotta in febbraio, aprendo a tasse su biglietti aerei e obiettivi nazionali di riduzione di emissioni. Come conseguenza, una settimana fa, gli Stati hanno adottato la revisione totale, respinta dalla Camera del popolo.

«Quanto ottenuto in questi nove mesi è un successo», ha affermato in conferenza stampa a Berna il consigliere agli Stati lucernese Damian Müller. A seguito di questa brusca modifica della strategia sul clima, il PLR ha avviato una consultazione interna in primavera, che ha portato a uno scivolamento del partito verso una linea più ecologista, suggellata in giugno dall'assemblea dei delegati e basata su principi quali responsabilità personale, innovazione e incentivi fiscali.

Oggi, il partito ha voluto fare il punto su quanto successo dall'estate in poi, tracciando un bilancio a suo dire più che positivo. «Sono orgoglioso della nostra frazione, non abbiamo dato solo aria alla bocca ma abbiamo mantenuto le promesse», ha detto il consigliere nazionale e capogruppo alle Camere federali Beat Walti (ZH), menzionando le oltre 30 proposte depositate dai deputati PLR.

Oltre al buon risultato ottenuto con la nuova legge sul CO2, il cui scopo è raggiungere gli obiettivi stabiliti nell'Accordo di Parigi sul clima, rendendo ad esempio più cari benzina e biglietti aerei, i liberali radicali hanno sottolineato i diversi altri punti integrati nell'agenda politica grazie ai loro interventi parlamentari.

Tra questi una mozione per spianare la strada all'ingegneria genetica, in modo da sfruttarne il potenziale nel campo della produzione alimentare come alternativa ai pesticidi nocivi per l'ambiente. Oppure l'invito al Consiglio federale ad illustrare quanto si potrebbe ottenere con sistemi di riscaldamento e raffreddamento urbani basati sulle energie rinnovabili. A questo proposito, il consigliere nazionale friburghese Jacques Bourgeois ha ricordato che, dopo il traffico, «gli edifici sono la seconda causa di emissioni di CO2 in Svizzera».

Per quanto riguarda i trasporti, il PLR vuole maggiore trasparenza sul traffico aereo. Una mozione dello stesso Bourgeois chiede che i consumatori prenotando un viaggio vengano anche a sapere esattamente la quantità di CO2 rilasciata nei cieli dal loro volo.

«Per noi è chiaro che la politica ambientale deve tenere conto dell'economia, i posti di lavoro vanno salvaguardati», ha puntualizzato Walti. Non sono mancate le polemiche verso i rivali, sinistra in primis. PS e Verdi sono stati tacciati di autolesionismo e di portare avanti una politica impregnata di divieti e rinunce.

Stoccate indirizzate anche all'UDC, ormai ex alleato sul tema, in parte per aver già anticipato un referendum contro la legge sul CO2, nonostante le discussioni siano ben lungi dall'essere terminate (l'oggetto tornerà al Nazionale). Più in generale, i conservatori sono stati accusati di sembrare degli struzzi – «nascondono la testa sotto la sabbia», ha detto Walti – e di negare il problema ambientale.

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