Votazione Votazione federale: lanciata la campagna dell'iniziativa popolare «Giovani senza tabacco»

cp, ats

18.1.2022 - 13:56

Per il comitato interpartitico solo un divieto esteso della pubblicità del tabacco diretta ai giovani è efficace.
Per il comitato interpartitico solo un divieto esteso della pubblicità del tabacco diretta ai giovani è efficace.
Keystone

Solo un divieto totale della pubblicità del tabacco – fattore chiave che spinge i giovani a iniziare a fumare – può essere efficace contro un'abitudine che causa costi miliardari ed è la ragione del decesso di migliaia di persone.

Keystone-SDA, cp, ats

Per questo, il 13 febbraio va sostenuta l'iniziativa popolare, stando a un comitato interpartitico, secondo cui il controprogetto governativo non va abbastanza lontano.

Un «sì» all'iniziativa si giustifica anche da un punto di vista economico, sostiene il comitato che raggruppa esponenti del PS, dei Verdi e Verdi liberali, le donne del Centro, gli Evangelici e molte associazioni attive nell'ambito della salute e della protezione dei giovani e dell'infanzia.

«La ragion d'essere della pubblicità è attirare nuovi consumatori», ha esordito davanti ai media il consigliere agli Stati Hans Stöckli (PS/BE). La réclame, ha aggiunto la consigliera nazionale Lilian Studer (Evangelici/AG), ha «particolarmente successo fra i ragazzi, come hanno dimostrato numerosi studi; il rischio di iniziare a fumare aumenta tra il 30 e il 46% quando i giovani sono esposti a una pubblicità aggressiva», ha sottolineato.

Ciò è tanto più vero dal momento che «la dipendenza dalla nicotina si instaura più rapidamente fra i giovani», ha spiegato dal canto suo il consigliere nazionale Michel Matter (Verdi liberali/GE). Le agenzie pubblicitarie hanno quindi spostato la loro attenzione verso Internet, i social media e i festival, luoghi di ritrovo virtuali e reali amati dagli adolescenti, ha sottolineato Jörg Mäder (Verdi liberali/ZH), anch'egli deputato al Consiglio nazionale.

Restrizioni efficaci

Al contrario, le restrizioni alla pubblicità per i prodotti del tabacco riducono l'incentivo a fumare, ha dichiarato Lilian Studer. Mentre il consumo di tabacco in Svizzera è rimasto stagnante attestandosi attorno al 27%, nei paesi dove sono state prese misure forti è calato.

La percentuale di fumatori è scesa del 6% nel Regno Unito (tra il 2011 e il 2019) e in Irlanda (tra il 2013 e il 2020), ha sottolineato. In Francia, il consumo è diminuito del 5% tra il 2015 e il 2019. Tutti e tre questo paesi hanno introdotto il pacchetto di sigarette neutro, per esempio.

Per la vodese Léonore Porchet, consigliera nazionale ecologista, la relativa debolezza delle misure contro il tabagismo in Svizzera non rappresenta un caso; la lobby del tabacco è estremamente potente nel nostro Paese. Quando è stata invitata a sedere nella Commissione della sanità, Porchet ha detto di essere stata immediatamente avvicinata dai suoi rappresentanti con lettere e inviti a pranzo. Insomma, quando il parlamento ha affrontato il controprogetto indiretto all'iniziativa la sua unica preoccupazione non era soltanto la salute dei giovani. Il controprogetto lascia campo libero alla pubblicità online e nei giornali gratuiti.

C'è consenso sul fatto che la legislazione attuale sia ormai superata, ma i mezzi per proteggere al meglio i giovani divergono, ha detto il consigliere nazionale Sidney Kamerzin (Centro/VS). Il controprogetto indiretto, sostenuto dal Consiglio federale e dal Parlamento, mira a vietare la pubblicità rivolta ai giovani. L'iniziativa intende capovolgere questo assunto, ha affermato, auspicando il divieto per i giovani, e lasciando invece campo libero alla réclame per gli adulti.

Parlare di responsabilità individuale dei genitori sarebbe come dire che la stragrande maggioranza di essi ha fallito, ha fatto notare dal canto suo il medico, nonché membro del legislativo di Friburgo, Jean-Daniel Schumacher (PLR). «I genitori non hanno il peso che vogliamo dare loro, soprattutto non nell'adolescenza, quando i giovani si allontanano dal nido famigliare», ha sottolineato. È in questa fase del loro sviluppo, che «l'industria del tabacco è pronta invece ad accoglierli a braccia aperte». Tale processo va fermato, secondo Schumacher.

La salute dei bambini deve venire prima degli interessi dell'industria del tabacco, ha sostenuto Matter. Tanto più che i costi del tabagismo sono importanti. Circa 9.500 persone muoiono ogni anno in Svizzera per malattie legate al fumo. I costi per il sistema sanitario ammontano in media a tre miliardi di franchi annui, cui se ne aggiungono altri due a carico dell'economia.

È vero che l'industria del tabacco fornisce posti di lavoro, ha aggiunto Matter, ma si tratta pur sempre di un settore a bassa intensità di manodopera. Le restrizioni alla pubblicità avrebbero conseguenze minime a suo parere sull'impiego, tanto più che l'80% della produzione elvetica viene esportata.