AmbientePublic Eye: stop pesticida svizzero in India
ATS
18.9.2018 - 20:11
L'organizzazione non governativa Public Eye ha chiesto alle autorità svizzere di proibire le esportazioni dell'insetticida Polo, prodotto a Monthey (VS) da Syngenta, poiché ha causato centinaia di intossicazioni in India e almeno una ventina di morti.
La ONG, che denuncia pubblicamente le ingiustizie a danno delle popolazioni svantaggiate, chiede di vietare l'esportazione di pesticidi proibiti in Svizzera per i loro effetti sulla salute e sull'ambiente, come rivendica una mozione della consigliera nazionale Lisa Mazzone (Verdi/GE) firmata da 41 parlamentari di tutte le formazioni politiche che dovrebbe essere presto discussa in parlamento.
Syngenta, acquisita nel 2017 dal colosso cinese della chimica ChemChina per 43 miliardi di dollari, ha respinto le affermazioni di Public Eye. "Non c'è assolutamente nessuna prova che permetta di sostenere che il prodotto Polo sia responsabili degli incidenti", ha detto il gruppo all'agenzia AFP, precisando che diverse formule del diafentiuron, il principio attivo dell'insetticida Polo, sono brevettate in oltre 25 Paesi.
Public Eye (già Dichiarazione di Berna fino a maggio del 2016) in luglio si è recata nello stato del Maharashtra per incontrare i sopravvissuti e le famiglie vittime dell'ondata di intossicazioni che l'anno scorso ha colpito circa 800 lavoratori agricoli di questa regione dell'India. E nuovi casi di avvelenamenti si sono verificati anche quest'anno.
Secondo la ONG, "tra i principali prodotti chiamati in causa dalle autorità e dagli agricoltori indiani c'è l'insetticida Polo", a base di diafentiuron, uno dei 40 pesticidi di Syngenta classificati come "estremamente pericolosi" dall'International Pesticide Action Network. Il diafentiuron è "tossico se inalato" e può "causare danni agli organi in caso di esposizione prolungata o ripetuta". È vietato in Svizzera e nell'Unione europea.
I documenti ai quali Public Eye ha potuto accedere mostrano che il diafentiuron viene prodotto a Monthey, in Vallese, e poi esportato verso i paesi del Sud. Nel 2017 sono state esportate dalla Svizzera 126,5 tonnellate, di cui 75 tonnellate in India.
Gli agricoltori che vivono in condizioni di estrema povertà non hanno accesso a dispositivi di protezione adeguati e non sono sufficientemente consapevoli dei pericoli, sottolinea la ONG.
La ex Dichiarazione di Berna ricorda poi che, come affermato da relatori speciali dell'ONU, "esporre la popolazione di altri paesi a tossine che si sono rivelate causa di seri problemi di salute e persino di morte è una violazione dei diritti umani".
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