Diritti politici Ricorrere contro votazioni è arma politica

ATS

30.8.2019 - 09:57

I ricorsi hanno per ora rovinato la festa ai filogiurassiani di Moutier (BE).
I ricorsi hanno per ora rovinato la festa ai filogiurassiani di Moutier (BE).
Source: KEYSTONE/JEAN-CHRISTOPHE BOTT

Presentare ricorso dopo una votazione sta diventando una vera e propria arma politica. Lo afferma Pascal Mahon, professore di diritto costituzionale all'Università di Neuchâtel (UniNE).

Mahon evidenzia come la lunghezza della procedura ritardi l'applicazione della decisione popolare. Più che i ricorsi in casi particolarmente caldi, vedasi l'appartenenza cantonale di Moutier (BE), ad essere aumentato di recente è in particolare il numero di votazioni popolari annullate, fa notare Mahon in un'intervista pubblicata oggi da Arcinfo.

In precedenza, anche se emergevano piccole irregolarità, il Tribunale federale non le considerava sufficienti a cancellare uno scrutinio, sottolinea l'accademico. «Ora non è più così. Si percepisce maggiore severità da parte della giustizia», prosegue Mahon.

Il professore cita l'esempio di Peseux (NE), dove i cittadini sono dovuti tornare alle urne in merito alla fusione con Neuchâtel, Corcelles e Valangin. Mahon ritiene normale mettere in discussione una decisione, ma dichiara che la tempistica crea problemi, in quanto la scelta fatta dal popolo viene sospesa per diversi anni.

Così facendo non si può guardare avanti, aggiunge Mahon, secondo cui, forti delle lungaggini procedurali, i ricorrenti possono decidere di contestare un voto unicamente per bloccare l'iter, anche se in fin dei conti non hanno nessuna chance di ottenere un ribaltone. Inoltre, tutto il tempo trascorso fa sì che, in caso di secondo scrutinio, le condizioni e il contesto siano ormai cambiate.

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