SvizzeraRösti sull'elettricità: «Non serve un accordo con l'UE ad ogni costo»
daoe, ats
16.9.2023 - 13:00
Secondo il consigliere federale Albert Rösti, la Svizzera non necessita un accordo sull'elettricità con l'Ue «ad ogni costo» per garantire un approvvigionamento sicuro. Per il ministro dell'energia un negoziato comporta anche rischi durante i periodi di crisi.
Keystone-SDA, daoe, ats
16.09.2023, 13:00
16.09.2023, 13:14
SDA
Citato oggi dalla Neue Zürcher Zeitung (NZZ), Rösti ha spiegato che, per quanto concerne i negoziati con l'Ue, non si sbilancerà troppo solo per un accordo sull'energia. Nell'intervista rilasciata al quotidiano zurighese, il capo del Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni (DATEC), ha ribadito che la Svizzera appartiene fisicamente alla rete elettrica europea e quindi non deve avere timore della cosiddetta regola del 70%, secondo la quale a partire dal 2025 gli Stati dell'Ue devono riservare almeno il 70% della capacità dei propri elementi di rete disponibili per lo scambio commerciale tra i Paesi membri.
Secondo Rösti, una trattativa sarebbe dunque «realistica» solo a partire dal 2025. «Quello che è certo è che in base ai processi politici l'accordo non può entrare in vigore prima di allora». Nonostante la fiducia, nell'intervista il capo del DATEC ha dichiarato che la Svizzera deve prepararsi anche ad un'inaspettata rigida attuazione della regola che esclude il nostro Paese.
Lunedì davanti ai media il «ministro» dell'energia ha sottolineato come un accordo sarebbe sì vantaggioso, ma che non bisogna dimenticare che una simile convenzione non andrebbe a beneficio della Svizzera qualora dovesse manifestarsi in Europa una carenza di elettricità. «Ciò di cui abbiamo bisogno è innanzitutto la produzione interna», ha affermato Rösti.
Puntare sul rinnovabile
Il consigliere federale punta soprattutto sull'energia rinnovabile e intende espandere questa produzione entro i prossimi dieci anni proprio per evitare negli anni a seguire una carenza di elettricità durante i mesi invernali. «L'unico modo per evitare in futuro una penuria in inverno, al momento, è quello di ricorrere al solare, all'eolico e all'idroelettrico. Non abbiamo altra scelta», ha dichiarato il capo del DATEC. Ma bisognerà attendere fino al 2030 o al 2035.
Rösti, interpellato sulla questione, non vuole alimentare i dibattiti sul nucleare. «Non ho alcun interesse a riaccendere discussioni sull'energia nucleare in questo momento. La mia posizione personale sull'argomento è risaputa e non è un segreto che in qualità di consigliere nazionale mi ero schierato contro la Strategia energetica».
Fiducia per quest'inverno
In un'intervista pubblicata ieri da Le Temps, il consigliere federale si è detto ottimista per quanto riguarda la situazione energetica del Paese quest'inverno, definendo il contesto in cui si trova la Svizzera addirittura migliore rispetto all'anno scorso.
Le riserve di energia idroelettrica sono attualmente a un buon livello e l'industria del gas sta accumulando riserve per l'inverno, ha dichiarato il capo del DATEC. Inoltre, sono pronti i vari meccanismi progettati per garantire l'approvvigionamento della Confederazione in caso di necessità, come ad esempio le centrali di emergenza di Birr (AG), Cornaux (NE) e Monthey (VS).
Attualmente le scorte di gas sono abbastanza buone. Rösti è quindi fiducioso per il prossimo inverno, «anche se non possiamo mai escludere l'evenienza che tutti i rischi possibili si accumulino».
Il consigliere federale è anche consapevole che molte famiglie stanno lottando per far fronte all'aumento dei costi della corrente. A suo avviso, l'attuale prezzo delle bollette è dovuto al fatto che alcune aziende elettriche abbiano acquistato l'elettricità precedentemente a costi elevati il che si riflette poi sulle fatture dei consumatori, che l'anno prossimo dovrà fare i conti con un ulteriore aumento in media del 18%.