Media RSF: evitare censura privata e statale

ATS

25.6.2020 - 00:04

Un'azione di Reporter senza frontiere davanti al palazzo delle Nazioni Unite a Ginevra (foto simbolica)
Un'azione di Reporter senza frontiere davanti al palazzo delle Nazioni Unite a Ginevra (foto simbolica)
Source: KEYSTONE/LAURENT GILLIERON

Reporter senza frontiere (RSF) avverte in uno studio sul pericolo di una censura privata esercitata dai giganti di Internet. Anche nel caso del sostengo statale ai media occorre evitare interferenze con le libertà di espressione e di stampa.

Lo studio pubblicato oggi è stato finanziato dall'Ufficio federale delle comunicazioni (UFCOM). L'obiettivo: esaminare una ipotetica regolamentazione del dibattito sui media online dal punto di vista del diritto svizzero, scrive RSF in una nota.

Disinformazione, messaggi di odio, tentativi di manipolazione attraverso i «bot» e «account» fasulli sono fenomeni dilaganti su Internet. Secondo l'autore dello studio – il segretario generale di RSF Svizzera Denis Masmejan – è importante assicurare il primato della libertà di espressione e della libertà di stampa. Libertà che vanno protette da possibili interventi statali e dalle distorsioni causate dalle piattaforme online.

Regolamentazione delicata delle piattaforme

Secondo lo studio, regolamentare con una legge la politica di moderazione o le regole di utilizzo delle piattaforme online sarebbe un intervento alquanto «delicato». In molti casi ciò equivarrebbe a dare ai giganti di Internet il potere «inappropriato» di discriminare arbitrariamente affermazioni considerate legali o illegali, in una forma di «censura privata» che avrebbe l'unico scopo di limitare i rischi legali o di reputazione.

Tra le misure prese in considerazione, lo studio si è concentrato sulla trasparenza degli algoritmi. Ciò rappresenta un requisito indispensabile per garantire la neutralità politica, ideologica e religiosa delle piattaforme e promuovere il diritto a un'informazione affidabile in rete.

RSF raccomanda inoltre di evitare il ricorso a «bot» e «account» fasulli in occasione delle campagne per le votazioni popolari. Un divieto andrebbe preso in questo caso in considerazione, sempre che sia tecnicamente applicabile. Secondo la legge in vigore, le autorità sono infatti tenute a reagire e a correggere i fatti se vengono diffuse in rete informazioni evidentemente false.

Aiuti statali necessari, ma...

Un altro aspetto approfondito dallo studio è quello degli aiuti finanziari dello Stato a media. Un sostegno considerato «necessario», soprattutto in questa fase di trasformazione digitale.

Questi aiuti servono a tutelare il diritto del pubblico a informazioni pertinenti, diverse e affidabili. Ma occorre garantire il pieno rispetto della libertà editoriale senza esercitare la minima influenza sui contenuti.

Tornare alla home page