Guerra «La Russia mai stata una minaccia per la Svizzera, torneremo amici»

hm, ats

27.7.2023 - 18:00

Garmonin (a destra) ha citato anche il presidente della Confederazione Alain Berset, che aveva parlato di "esaltazione guerresca" in alcuni ambienti in relazione al conflitto in Ucraina.
Garmonin (a destra) ha citato anche il presidente della Confederazione Alain Berset, che aveva parlato di "esaltazione guerresca" in alcuni ambienti in relazione al conflitto in Ucraina.
Keystone

La Russia nella storia non è mai stata una minaccia per la Svizzera, le sanzioni decise dalla Confederazione contro Mosca per la guerra in Ucraina stanno portando il paese in un vicolo cieco, Berna si può al momento scordare di svolgere un ruolo di mediazione.

Keystone-SDA, hm, ats

Ma le due nazioni torneranno ad essere amiche: è questo, in estrema sintesi, il pensiero di Sergei Garmonin, ambasciatore russo in Svizzera.

«Ritengo che la strada delle sanzioni intrapresa dalla Svizzera porti a un vicolo cieco», afferma il diplomatico in un'intervista pubblicata oggi dalla Weltwoche. «Purtroppo la Confederazione non ha mantenuto la posizione assunta dal 2014, che era quella di impedire solo l'elusione delle sanzioni attraverso il suo territorio. Ha invece adottato tutte le restrizioni illegittime dell'Ue contro il nostro paese. Ciò è avvenuto sotto l'evidente pressione collettiva dell'Occidente. Sono bastati pochi giorni, nel febbraio 2022, perché la Svizzera cambiasse posizione. Molti interlocutori lo riconoscono nelle discussioni».

In relazione a queste pressioni Garmonin cita ad esempio un'intervista dell'ambasciatore americano e una lettera degli ambasciatori del G7, che in entrambi i casi fornivano indicazioni su come Berna avrebbe dovuto comportarsi.

«La Russia non ha mai minacciato la Svizzera»

«La Russia non ha mai minacciato la Svizzera. Al contrario, il mio paese ha svolto un ruolo importante nella storia della Confederazione. Dopo il Congresso di Vienna del 1815, la Russia, insieme ad altre grandi potenze, si fece garante della sua neutralità perpetua. L'eccezionale diplomatico russo e primo inviato in Svizzera, Giovanni Capodistria, partecipò alla stesura della costituzione. Anche oggi gli svizzeri non dovrebbero avere dubbi sulle buone intenzioni del nostro paese».

«La 'esaltazione guerresca' – come è stata definita dal presidente della Confederazione Alain Berset – e la folle idea di infliggere una sconfitta strategica alla Russia dominano il pensiero delle élite di potere in Occidente», prosegue l'intervistato, il cui padre e il cui nonno sono stati soldati dell'Armata Rossa durante la Seconda guerra mondiale. «Ma questo non durerà per sempre. È evidente che anche il più attivo sostegno militare dell'Occidente non può portare ai risultati sperati».

Il ruolo di Berna nel conflitto tra Russia e Ucraina?

Berna – chiede il giornalista – può ancora svolgere un ruolo nel conflitto e contribuire alla pace? «La rappresentanza e la mediazione della Svizzera sono al momento fuori discussione», risponde l'interlocutore. «Come sapete, l'Unione europea ha riconosciuto la Confederazione come paese partner per quanto riguarda le sanzioni contro la Russia.

Berna ha un atteggiamento positivo al riguardo. Lo si evince in particolare dal comunicato stampa del Consiglio federale del 23 giugno 2023: la decisione dell'UE, si legge, è 'un altro riconoscimento dell'eccellente cooperazione della Svizzera con i paesi partner nell'attuazione delle sanzioni nei confronti della Russia'. Come si possa offrire contemporaneamente mediazione, rappresentanza o altri buoni uffici è incomprensibile».

Gli episodi delle relazioni dal 24 giugno 2022

L'ambasciatore sottolinea diversi episodi che hanno segnato il peggioramento delle relazioni fra le due nazioni dopo l'invasione dell'Ucraina del 24 febbraio 2022.

«L'anno scorso sono state annullate numerose esibizioni di artisti russi e gruppi musicali di fama internazionale in Svizzera, tra cui le tournée dell'Orchestra Mariinsky con il virtuoso pianista Denis Matsuev. Il famoso direttore d'orchestra Valery Gergiev è stato costretto a dimettersi dalla carica di direttore musicale del Festival di Verbier. Ai rappresentanti russi è stato impedito di partecipare alle celebrazioni della Fondazione Sergei Rachmaninov a Villa Senar. Potrei continuare l'elenco. Purtroppo le tendenze russofobiche sono aumentate in modo significativo, soprattutto a causa dei media elvetici».

Continuano intanto le minacce al personale delle rappresentanze diplomatiche di Mosca in Svizzera. «C'è di di più: le auto sono state danneggiate, i tubi dei freni sono stati tagliati. Alla nostra ambasciata sono stati recapitati pacchi dal contenuto sospetto. Ci sono stati anche casi di vandalismo, per esempio la ripetuta profanazione del monumento di Suvorov ad Andermatt. E sì che il generalissimo russo ha contribuito a liberare la Svizzera dal dominio straniero».

I cittadini russi in Svizzera hanno inoltre seri problemi nel settore bancario, anche se non figurano nelle liste delle sanzioni, prosegue Garmonin. «Ad esempio, non possono aprire nuovi conti o devono chiudere quelli già esistenti. Vi è anche una persecuzione delle associazioni dei nostri connazionali».

«Torneremo a essere amici?»

Stando così le cose, russi e svizzeri – chiede il cronista – torneranno ad essere amici, un giorno? «Non ho dubbi su questo», risponde l'ambasciatore. «Sono anzi sicuro che torneremo a essere amici. Non abbiamo voltato le spalle alla Svizzera. Spero che la Confederazione sia uno dei primi paesi a costruire di nuovo dei ponti con la Russia quando l'Occidente porrà fine alla sua inutile pressione sanzionatoria nei confronti del nostro stato. Per questo siamo sempre favorevoli a mantenere ed espandere i nostri contatti umani, anche in un momento così difficile per le relazioni bilaterali. Saranno certamente la base per un nuovo inizio», conclude l'intervistato.