I movimenti a difesa della stabilità del clima si sentono abbandonati dalla politica. Hanno quindi deciso di unirsi per organizzare una settimana di «disobbedienza civile non violenta e di massa» e un nuovo sciopero per il clima il 4 settembre.
Le manifestazioni organizzate fiora non hanno convinto la politica ad agire con sufficiente determinazione. Per questo le organizzazioni per il clima come lo Sciopero per il clima, Climate Justice, Extinction Rebellion e il colletivo Breakfree hanno deciso di unirsi e di organizzare un'azione comune su vasta scala senza precedenti, con lo slogan «Rise Up for Change» (Alzati per il cambiamento).
Le azioni di protesta si svolgeranno dal 20 al 25 settembre, in concomitanza con l'ultima settimana della sessione parlamentare. «Centinaia di cittadini dimostreranno la forza della loro determinazione a lottare per un pianeta abitabile», annuncia un comunicato odierno. Le azioni di disobbedienza non violenta avranno lo scopo di spingere i responsabili dell'industria, della finanza e della politica ad assumersi le proprie responsabilità.
«La situazione è molto più grave di quanto si pensi», afferma Kim Teuscher, portavoce del collettivo Collective Climate Justice. «I potenti del nostro paese sono gli ultimi a subire le conseguenze delle loro decisioni e anche le meno vulnerabili.» La piazza finanziaria svizzera, ad esempio, genera ventidue volte le emissioni nazionali nocive della Confederazione con i suoi investimenti globali nei combustibili fossili, nonostante migliaia di scienziati prevedano già «una sofferenza globale» con un aumento della temperatura di 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali.
«La politica parlamentare non tratta la crisi climatica come una crisi. Il sistema non ha fornito nessuna risposta al disastro», aggiunge Alexandra Gavilano, portavoce di Extinction Rebellion. «Solo attraverso sforzi massicci e combinati per ridurre le emissioni a zero nei prossimi dieci anni possiamo invertire la tendenza». Un cambiamento immediato della situazione è necessario e deve basarsi sui principi della giustizia climatica e su una solida comprensione dei processi democratici. «Il lobbismo che distrugge la fiducia e la mancanza di trasparenza che abbiamo osservato finora devono sparire».
In workshop, discussioni e attività varie, i partecipanti discuteranno delle misure da adottare per scongiurare la crisi climatica. Sarà poi redatta una dichiarazione con le loro proposte su come azzerare le emissioni di CO2 entro il 2030.