La cancellazione della terza settimana della sessione primaverile delle Camere federali lascia molti dossier in sospeso. Per sbrogliare la matassa, ci si dirige verso una digitalizzazione dei processi parlamentari.
«Stiamo facendo di tutto affinché il Parlamento possa continuare a lavorare pienamente», ha affermato la presidente del Consiglio nazionale Isabelle Moret (PLR/VD). Decidere di interrompere la sessione è un fatto abbastanza eccezionale, se non unico nel suo genere, ha aggiunto la vodese in dichiarazioni a Keystone-ATS.
Attualmente la priorità è che la Delegazione delle finanze possa incontrarsi a distanza in qualsiasi momento per esprimersi su richieste di crediti aggiuntivi da parte del Consiglio federale, precisa Moret. Venerdì scorso il ministro dell'economia Guy Parmelin aveva annunciato misure di sostegno entro la fine della settimana per rispondere ai problemi di liquidità delle imprese.
I lavori per la digitalizzazione del Parlamento sono stati accelerati, ha ancora affermato Moret. Oggi siamo costretti a votare sul posto nell'emiciclo del Parlamento. Sistemi tecnici ed efficienti devono consentirci di votare elettronicamente. Secondo i piani, questa modernizzazione era prevista per il 2023, ora è diventata urgente.
Questo eventuale «Parlamento elettronico» avrebbe forse permesso di continuare le discussioni sui casi più importanti. I servizi parlamentari stanno attualmente esaminando le conseguenze di questo stop forzato. Per il momento, tutti i dossier sono «congelati».
Tra di essi figura la rendita ponte destinata ai disoccupati anziani che non hanno più diritto alle prestazioni. La legge è stata anche elaborata per rendere più accettabile la libera circolazione delle persone in previsione della votazione, il 17 maggio, sull'iniziativa popolare dell'Unione democratica di centro che ne chiede la disdetta. Tuttavia anche la tenuta del voto alla data prevista è tutto fuorché sicuro.
Più in generale, le scadenze imposte dalla legge al Parlamento o dai regolamenti delle singole Camere possono essere prorogate senza particolari problemi, vista la situazione. Diverso è il caso quando sono toccati i diritti popolari che hanno limiti più vincolanti.
C'è in particolare incertezza per quel che concerne l'iniziativa popolare «per imprese responsabili». Le due Camere respingono il testo, giudicandolo eccessivo. Vista la possibilità che venga accettata alle urne, hanno entrambe elaborato un controprogetto.
Ogni camera ha però elaborato una proposta distinta, e finora non c'è stato accordo. A questo punto c'è quindi la concreta possibilità che l'iniziativa venga sottoposta in autunno a popolo e cantoni da sola.
Altra questione aperta: il Parlamento ha tempo fino al 20 maggio 2020 per adeguare la legislazione svizzera in materia di protezione dei dati agli standard europei legati a Schengen. Per appianare tutte le divergenza è stata anche organizzata una sessione speciale, il 4 e 5 maggio, ma la sua tenuta è ancora incerta.
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