GiustiziaSostegno ad Al-Qaida, ex agente Argo 1 perde la cittadinanza svizzera
ns, ats
10.6.2021 - 15:01
Un uomo con la doppia cittadinanza svizzera e turca condannato per aver sostenuto Al-Qaida perde il suo passaporto rossocrociato.
Keystone-SDA, ns, ats
10.06.2021, 15:01
10.06.2021, 20:56
SDA
Il Tribunale amministrativo federale (TAF) ha stabilito che una decisione in questo senso della Segreteria di Stato della migrazione (SEM) è giustificata. La sentenza non è definitiva poiché può essere impugnata davanti al Tribunale federale.
Il ricorrente ha lasciato la Turchia nel 1989 con la sua famiglia e ha ottenuto la cittadinanza svizzera nel 2008. Nel 2017 è stato condannato dal Tribunale penale federale (TPF) di Bellinzona a due anni e sei mesi di reclusione per aver violato la Legge federale che vieta i gruppi «Al-Qaïda» e «Stato islamico» nonché le organizzazioni associate.
Secondo la sentenza del TPF, l'uomo ha fatto propaganda e proselitismo per il gruppo terroristico Jabhat Al-Nusra, precedentemente affiliato ad Al-Qaida. Inoltre, ha facilitato l'ingresso di due combattenti stranieri nella zona del conflitto siro-iracheno.
Il suo caso era emerso a margine della vicenda Argo 1, l’agenzia di sicurezza di Cadenazzo dove lavorava.
Interessi della Svizzera lesi
In una sentenza del 31 maggio pubblicata oggi, il TAF ha stabilito che le azioni del ricorrente hanno seriamente minacciato la sovranità, la neutralità e la diplomazia della Svizzera. Anche la sicurezza interna ed esterna del Paese sono state messe in pericolo.
I giudici di San Gallo ritengono quindi che il ritiro della cittadinanza svizzera deciso dalla SEM nel settembre 2019 sia giustificato. Nel suo ricorso, l'interessato ha sostenuto che le sue azioni non erano così gravi da danneggiare la reputazione della Svizzera. Ha tra l'altro anche affermato di non essere mai stato membro di Jabhat Al-Nusra.
Semplice indicazione delle proprie idee
A suo dire, si è limitato a esporre le sue idee e convinzioni religiose per dimostrare a terzi le differenze tra le correnti dell'islamismo radicale. Non intendeva incitare nessuno a commettere violenza o a sostenere il terrorismo jihadista. L'uomo ha anche criticato la disparità di trattamento tra i cittadini svizzeri con una sola nazionalità e quelli in possesso di un altro passaporto.
Il TAF osserva che la privazione della nazionalità è possibile solo per persone che possiedono due passaporti. Altrimenti, una tale decisione creerebbe degli apolidi e sarebbe quindi vietata dagli impegni internazionali assunti dalla Confederazione. Nella fattispecie, il ricorrente si trova nella situazione che era la sua prima della naturalizzazione in Svizzera.
La revoca della nazionalità è stata espressamente prevista dal legislatore, sottolineano i giudici di San Gallo. Risponde alla necessità di proteggere la società e lo Stato dalla minaccia del terrorismo. L'interesse pubblico in questo caso prevale su quello dell'individuo, afferma la corte.
L'eventuale revoca del suo diritto di residenza in Svizzera dipende dalla decisione del Cantone responsabile e dalla SEM, aggiunge il TAF.