Toccate da una serie di ristrutturazioni, le redazioni dei media romandi controllati da Tamedia hanno potuto confrontarsi oggi pomeriggio con la direzione del gruppo. Una delegazione si è recata a Zurigo per trasmettere le rivendicazioni dei giornalisti.
L'incontro è stato cordiale, ma le risposte ricevute rimangono insoddisfacenti, ha detto all'ats Cécile Collet di "24 Heures".
Il meeting fra i vertici dell'azienda e tre rappresentanti dei dipendenti è durato circa un'ora, ha precisato Collet. Questi ultimi hanno chiesto e ottenuto di parlare direttamente con il presidente del consiglio d'amministrazione Pietro Supino e il CEO Christoph Tonini.
Alla discussione ha partecipato telefonicamente anche Serge Reymond, direttore del settore "Media a pagamento" presso Tamedia. In una nota diffusa in mattinata, il personale romando di "24 Heures", "Matin Dimanche", "Le Matin", "Tribune de Genève" e "Femina" aveva manifestato la propria sfiducia nei confronti del manager, reo di ignorare la voce degli impiegati. Durante una consultazione interna, la grande maggioranza (il 91% dei 198 votanti) si è espressa contro Reymond.
Criticata acquisizione Goldbach
La delegazione ha apprezzato lo scambio di opinioni avuto con i dirigenti, pur se nulla di nuovo è emerso da questo round di trattative. Essa informerà le redazioni del contenuto della conversazione e, verosimilmente all'inizio del prossimo anno, deciderà come portare avanti la propria battaglia. Secondo Collet, è paradossale e stupefacente che in un periodo costellato da vari annunci legati a misure di risparmio in casa Tamedia, oggi sia emersa la volontà della società zurighese di spendere circa 216 milioni di franchi per acquisire l'intero capitale azionario di Goldbach Group, attiva nella vendita di spazi pubblicitari.
Nell'occhio del ciclone vi è in primo luogo la scomparsa della versione cartacea di "Le Matin", che nelle intenzioni dell'editore dovrebbe concretizzarsi in un futuro non troppo lontano. La tempistica al riguardo resta sconosciuta, in quanto Tamedia non ha ancora preso nessuna decisione definitiva in merito, aveva detto due settimane fa all'ats il portavoce Patrick Matthey. La rinuncia a stampare il quotidiano romando è però già stata discussa internamente. Il destino del giornale non è ancora segnato, ha ribadito oggi Tamedia.
Nessun ripensamento su licenziamenti
Fra le pretese delle redazioni francofone vi è inoltre una moratoria di due anni sui licenziamenti per motivi economici e una minore esigenza di redditività legata alle varie testate. Esse reclamano anche negoziati sulla riorganizzazione del lavoro. Dal loro punto di vista, queste richieste sono state trasmesse a Reymond, che però non le ha né ascoltate né prese sul serio.
Su questi punti, Tamedia è però stata irremovibile anche durante il faccia a faccia odierno: non è possibile garantire una sospensione delle risoluzioni contrattuali, è già stata data sufficiente prova di flessibilità sui profitti e non vi sarà alcuna trattativa sulle ristrutturazioni previste.
Fra i cambiamenti comunicati da Tamedia vi è stato in agosto quello relativo a un raggruppamento delle redazioni sovraregionali in Svizzera romanda e tedesca. Questa nuova entità fornirà contenuti svizzeri, internazionali, economici e sportivi ai vari media che fanno parte del gruppo. In programma pure una fusione fra le redazioni di "Le Matin" e "20 Minutes".
Un centinaio di manifestanti, in gran parte giornalisti, ha protestato venerdì scorso a Losanna contro la politica del gruppo editoriale. Sugli striscioni dei presenti si potevano leggere slogan come "Tamedia uccide i vostri media" e "Fake News: il futuro della stampa è radioso".
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