Circolazione Unione città svizzere: veicoli autonomi sconvolgeranno mobilità

ATS

2.11.2017 - 12:58

I veicoli a guida autonoma hanno il potenziale di modificare radicalmente la mobilità del futuro.

Lo rileva l'Unione delle città svizzere presentando oggi a Berna uno studio sul tema e precisando che la società dovrà chiedersi quali vantaggi e quali inconvenienti questa trasformazione comporterà.

L'anno scorso, un rapporto dell'Ufficio federale delle strade (USTRA) presentava la possibile situazione che si verrebbe a creare sulle strade nazionali, ma città, cantoni e imprese dei trasporti pubblici hanno bisogno di sapere cosa implicherebbe la comparsa dei veicoli autonomi per le vie di comunicazione secondarie, scrive in una nota odierna l'associazione.

I progressi tecnologici hanno già permesso l'introduzione di numerosi sistemi di assistenza alla guida, per esempio a livello di frenaggio o di regolazione della velocità, ma anche nel traffico ferroviario. Treni senza macchinista sono infatti in servizio su alcune linee isolate e delimitate.

Attualmente però, i veicoli a guida autonoma sono vietati nella Confederazione, se non per sperimentazioni che beneficiano di un'autorizzazione speciale, come i minibus privi di conducente testati a Sion (VS), Zugo e Marly (FR).

È difficile dire come si presenterà la mobilità nel futuro, sottolinea la direttrice dell'Unione delle città svizzere Renate Amstutz, ma è alta la probabilità che fra 30 anni le persone si sposteranno maggiormente e i veicoli autonomi - individuali o pubblici - saranno abbordabili finanziariamente e affidabili. Cambiamenti potrebbero sopraggiungere nel traffico legato al tempo libero e in quello dei pendolari, mentre categorie quali gli anziani, gli handicappati o le persone senza patente sarebbero incentivati a viaggiare più spesso.

Lo studio mette in risalto che la Svizzera potrebbe avere il ruolo di precursore in materia di guida autonoma nei trasporti pubblici. Essi potrebbero venire "personalizzati": nelle regioni periferiche le fermate del bus tradizionali rischiano di essere soppresse in favore di soluzioni ad hoc, pronostica la direttrice dello studio Fabienne Perret. L'interconnessione fra le differenti offerte e modalità di trasporto è un fattore centrale per il successo, ma la sua complessità prevede una pianificazione a lungo termine, fanno notare gli autori della ricerca.

Fra gli effetti secondari indesiderati di questa novità vi è da attendersi un aumento dei veicoli e lo svuotamento delle navette pubbliche, così come un incremento degli ingorghi. Una delle grandi sfide sarà gestire il traffico misto: sarà necessario non solo fare una distinzione tra pedoni, bici e mezzi motorizzati, ma anche fra i differenti livelli di automatizzazione.

L'intera infrastruttura dovrà essere ripensata, per esempio introducendo cartelli segnaletici rilevabili dai sensori con qualsiasi condizione meteorologica. Lo Stato avrà il compito di supervisionare attivamente questa evoluzione, in quanto "i vantaggi in termini di sicurezza ed efficienza" non si paleseranno senza spinte, avverte Amstutz. L'Unione delle città svizzere presenterà nel 2018 un nuovo studio approfondito sulla mobilità automatizzata.

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