Pandemia Università romande: esami online secondo regolamento abituale

fc, ats

3.1.2021 - 10:23

L'edificio Geopolis dell'università di Losanna
L'edificio Geopolis dell'università di Losanna
Keystone

Gli imminenti esami previsti dalle università e scuole universitarie professionali romande si faranno essenzialmente on-line. Contrariamente alla sessione di giugno, la prima dell'èra covid, non ci saranno però clausole speciali.

Le condizioni sono state più favorevoli in questo semestre: «Gli studenti hanno potuto abituarsi al sistema educativo online e hanno avuto accesso alle biblioteche», afferma Fabian Greub, segretario generale dell'Università di Neuchâtel (UniNE). La sessione di gennaio si svolgerà quindi secondo il regolamento abituale.

Le bocciature e l'assenteismo ingiustificato verranno dunque conteggiati come tali. Lo scorso giugno non avevano invece avuto alcun impatto sul curriculum degli studenti. Ciò è valevole negli atenei di Neuchâtel, Friburgo e Losanna, nonché presso la Scuola universitaria professionale della Svizzera occidentale (HES-SO).

Critiche sulla scelta

L'Unione degli studenti della Svizzera (UNES), per bocca di Nino Wilkins, membro del comitato, ha criticato tale scelta: «Non è perché la situazione è meno anormale rispetto al semestre primaverile, che è diventata di nuovo del tutto normale». Non tutti gli studenti, inoltre, dispongono al domicilio delle stesse condizioni.

Altro punto di attrito: il sistema di sorveglianza durante gli esami on-line. La Facoltà di economia e management dell'Università di Ginevra (UNIGE) intende ad esempio ricorrere al controverso software TestWe che permette di registrare i suoni emessi nel locale dove si trova il PC, di bloccare le scorciatoie della tastiera o l'accesso al browser oltre che all'hard disk del computer.

«La maggior parte di queste funzioni saranno disabilitate», assicura Luana Nasca, addetta stampa del servizio di comunicazione dell'UNIGE. Il resto dell'università utilizzerà Zoom «che non elabora alcun dato biometrico».

Gli altri atenei romandi utilizzeranno essenzialmente programmi che non ricorrono a dati biometrici, come Zoom e Webex. Il rettorato della HES-SO raccomanda invece di evitare il ricorso a sistemi di sorveglianza ritenendo altre soluzioni, come la priorità data agli esami orali, «più efficaci e meno invasive».

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