EpidemiaUno svizzero su quattro teme per il proprio posto di lavoro
ATS
28.8.2020 - 10:38
In Svizzera circa un lavoratore dipendente su quattro teme a lungo termine per il proprio posto di lavoro. È quanto emerge dal Monitor sicurezza ASA, pubblicato oggi dall'Associazione Svizzera d'Assicurazioni (ASA) e realizzato da somoto.
A grandi linee tuttavia, come l'anno precedente, nove svizzeri su dieci affermano di sentirsi nel complesso al sicuro. Ciò è dovuto principalmente alla tranquillità che emana l'ambiente familiare.
Lo stato di «situazione straordinaria» decretato dal Consiglio federale a metà marzo per affrontare la pandemia di COVID-19 ha avuto gravi ripercussioni sull'attività commerciale in Svizzera: questa insicurezza economica si riflette anche nella percezione della popolazione svizzera, rileva l'ASA.
La garanzia di avere un posto di lavoro continua a infondere sicurezza nella popolazione attiva (59%), tuttavia con la crisi legata alla pandemia si è diffusa una insicurezza percettibile in questo ambito: se un anno fa oltre la metà della popolazione attiva professionalmente considerava abbastanza sicura la propria attività lucrativa, nel giugno 2020 solo una persona su tre era di questo parere.
Inoltre, un quarto dell'opinione pubblica considera elevato il pericolo concreto di perdere il posto di lavoro nei prossimi dieci anni. Un anno fa, solo una persona su cinque aveva espresso questo sentimento.
Homeoffice è sicuro?
Nel sondaggio è anche stata affrontata la questione della sicurezza informatica nell'homeoffice. Più gli intervistati sono anziani, maggiori sono le preoccupazioni: i giovani adulti hanno infatti maggiore fiducia nelle tecnologie rispetto alle generazioni più attempate. Gli intervistati con un livello di istruzione superiore vedono però un maggiore rischio in termini di sicurezza informatica nel lavoro in remoto.
Sempre in ambito informatico è aumentata la quota di critici nei confronti dei metodi di pagamento senza contanti, il cui impiego è esponenzialmente cresciuto nel corso della pandemia. Per il 44% invece questa soluzione è sicura tanto quanto quella del passaggio di moneta sonante.
Rendite inferiori
Sul fronte della previdenza per la vecchiaia obbligatoria, dal sondaggio emerge che quattro lavoratori attivi su cinque pensano ancora di andare in pensione anticipata o al momento del raggiungimento dell'età di pensionamento ordinaria. D'altro lato il 45% non esclude che la pressione finanziaria dovuta ad esempio alla riduzione delle rendite richieda un prolungamento dell'attività lucrativa.
Secondo l'ASA, solo una persona attiva professionalmente su quattro pensa di poter mantenere lo stesso tenore di vita dopo il pensionamento. I gruppi della popolazione con una previsione tendenzialmente pessimistica dell'evoluzione delle rendite – ad esempio le donne o le persone dai 45 ai 64 anni – prevedono più spesso un tenore di vita inferiore dopo il pensionamento. Anche le persone con un reddito elevato partono dal presupposto che riceveranno rendite inferiori, prevedono tuttavia più raramente di dover adottare un tenore di vita più basso.
Clima fonte di timori
Tra i principali pericoli a livello globale l'80% degli interpellati cita il cambiamento climatico. Per più di una persona su due, esso rappresenta un grande rischio potenziale anche per la Svizzera (52%). Secondo l'ASA, questa consapevolezza spiega anche la diversa interpretazione del concetto di «sostenibilità»: con un investimento di capitale sostenibile la popolazione intende soprattutto investimenti che considerano standard sociali (76%) o ambientali e clima.
Il Monitor sicurezza dell'ASA è stato condotto dall'istituto demoscopico somoto lo scorso giugno, dopo il primo allentamento delle misure restrittive legate alla pandemia da covid. Sono state valutate circa 1'400 risposte di persone dai 18 anni in su.