Natura Vallese: caccia allo stambecco, niente più cacciatori stranieri

ATS

28.8.2020

A partire dal 2021 solo i cacciatori vallesani e quelli titolari di una patente di caccia rilasciata dal cantone potranno sparare agli stambecchi. (Immagine d'illustrazione) 
A partire dal 2021 solo i cacciatori vallesani e quelli titolari di una patente di caccia rilasciata dal cantone potranno sparare agli stambecchi. (Immagine d'illustrazione) 
Keystone/Dominic Favre

Dal prossimo anno solo i cacciatori vallesani e quelli titolari di una patente rilasciata dal cantone potranno sparare agli stambecchi. Lo ha deciso il locale Consiglio di Stato mettendo così fine a una pratica che ha fatto parecchio discutere dato che attira numerosi cacciatori di trofei stranieri.

La diminuzione del numero di cacciatori abilitati a uccidere gli stambecchi non ridurrà tuttavia la pressione su questi mammiferi, rassicura l'esecutivo. I tiri di regolazione saranno infatti mantenuti, se non intensificati. La popolazione di questi animali è in continuo aumento, lo scorso anno se ne sono contati 6'030, un record.

L'esecutivo vallesano precisa poi che nulla è ancora stato deciso per quel che concerne la caccia al camoscio. Secondo il direttore dell'Ufficio vallesano di caccia, pesca e fauna, Peter Scheibler, le condizioni per il suo abbattimento sono già state rese più restrittive ma è comunque molto probabile che anche per questo ungulato vigeranno in futuro le stesse regole che per lo stambecco.

L'interesse per la caccia allo stambecco in Vallese è grande e la lista d'attesa lunga. I cacciatori provengono dal resto della Svizzera, ma anche da Germania, Spagna, Italia così come da Stati Uniti e Sud America. Durante la battuta sono accompagnati da un guardiacaccia e pagano fino a 12'000 franchi per uno stambecco maschio, a seconda della lunghezza delle sue corna.

In seguito a un reportage della televisione romanda RTS diffuso nel novembre 2019, è stata lanciata una petizione che ha raccolto circa 70'000 firme. In seguito il consigliere di Stato vallesano, Jacques Melly, aveva annunciato che un progetto per vietare queste battute di caccia era in corso.

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