Alexei Navalny Usa: 007, governo Russia dietro avvelenamento Navalny

SDA

2.3.2021 - 20:09

L'oppositore russo Alexei Navalny durante il suo processo il mese scorso a Mosca.
L'oppositore russo Alexei Navalny durante il suo processo il mese scorso a Mosca.
Keystone

Dietro l'avvelenamento di Alexei Navalny c'è il governo di Mosca. È questa la conclusione a cui sono giunti i servizi di intelligence statunitensi. Washington ha annunciato sanzioni contro sette alti dirigenti russi.

2.3.2021 - 20:09

Le sanzioni – ha reso noto il Dipartimento del Tesoro – colpiscono il capo dei servizi segreti russi, l'Fsb, Alexander Bortnikov, il primo vice capo dello staff dell'amministrazione presidenziale Serghei Kiriyenko, i vice ministri della difesa Aleksei Krivoruchko e Pavel Popov, il direttore del Servizio penitenziario federale Aleksander Kalashnikov, il procuratore generale Igor Krasnov e il capo del dipartimento di politica interna del presidente russo Andrei Yarin. Per i sette le sanzioni comportano il congelamento dei beni negli Usa e il divieto per i cittadini americani di fare affari con loro.

Le misure di Washington contro Mosca includono anche un'espansione delle sanzioni in base alla legge per il controllo delle armi chimiche e biologiche, con nuove restrizioni sui visti e all'export di materiale che potrebbe essere usato per la produzione di agenti chimici e biologici.

Le sanzioni sono state decise «in stretta collaborazione con i nostri partner dell'Ue» e sono un «chiaro segnale» inviato a Mosca, ha spiegato un dirigente americano protetto dall'anonimato aggiungendo: «ripetiamo il nostro appello ad una liberazione immediata e senza condizioni di Alexei Navalny».

L'oppositore era stato condannato al carcere in febbraio per aver violato i termini della libertà condizionata emessa in una sentenza del 2014 «fuggendo» in Germania dopo l'avvelenamento da Novichok nell'agosto scorso.

Le sanzioni sono le prime della presidenza Biden contro la Russia ma probabilmente non le ultime: secondo fonti dell'amministrazione, sono il primo di vari passi del governo «per rispondere a numerose azioni destabilizzanti».

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