Irruzione di Washington Usa: «volevano prendere ostaggi al Congresso»

SDA

15.1.2021 - 17:02

Lo sciamano si trova al momento in prigione.
Lo sciamano si trova al momento in prigione.
Keystone

Gli ultrà pro-Trump che il 6 gennaio hanno fatto irruzione al Capitol volevano «catturare e potenzialmente assassinare» deputati e senatori.

Lo affermano magistrati federali in Arizona e in Texas, uno dei quali ha citato come prova un biglietto lasciato da Jake Angeli, 'lo sciamano' seguace dei QAnon, sulla scrivania della presidenza del Senato.

«È solo questione di tempo, la giustizia sta arrivando», si legge nel messaggio diretto al vice presidente Mike Pence che presiedeva la seduta congiunta delle Camere per la certificazione della vittoria di Joe Biden. La nota è stata allegata ad un memorandum della procura in cui si chiede che «Jacob Chansley», il nome dello sciamano, resti in carcere perché, a suo stesso dire, è a forte rischio di fuga.

«Ci sono forti prove, comprese le parole dello stesso Chansley e le azioni nel Capitol, che dimostrano che l'intenzione dei rivoltosi era di catturare e assassinare membri del Parlamento e del governo», ha sostenuto la procura di Phoenix. Una tesi condivisa dai colleghi di Fort Worth in Texas, secondo cui un veterano dell'Air Force arrestato in possesso di manette di plastica aveva l'intenzione di «prendere ostaggi».

Secondo il sostituto procuratore Jay Weimer, il tenente colonnello Larry Rendall Brock «voleva rapire, legare, forse processare, forse giustiziare membri del governo americano». Brock, attualmente ai domiciliari, era stato fotografato al Capitol vestito in tenuto da guerra con l'elmo da combattimento e il giubbotto antiproiettile, in mano le manette di plastica: «Le ho trovate per terra e volevo consegnarle a un poliziotto ma ne sono dimenticato», aveva detto nel day after al New Yorker.

Lo 'sciamano' si è consegnato alle autorità a Phoenix ed è attualmente in quarantena in un penitenziario federale essendo risultato positivo al Covid. Attraverso il suo nuovo avvocato, Albert Watkins, ha chiesto a Donald Trump di concedergli in extremis il perdono presidenziale. «Aveva risposto alla sua chiamata», ha detto Watkins, un legale di alto profilo di St. Louis che ha già ottenuto perdoni per altri clienti eccellenti tra cui Mark e Patricia McCloskey, la coppia che la scorsa estate ha minacciato con fucile e pistola i manifestanti Black Lives Matter che sfilavano davanti alla loro casa.

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