Advertorial Quando la ricarica durerà come un rifornimento di carburante?

In cooperazione con Toyota

9.10.2023

La mobilità elettrica procede in modo spedito in Svizzera, con nuove auto e una migliore infrastruttura di ricarica. Ma cosa resta ancora da fare affinché il nostro Paese sia veramente pronto per la transizione? Ecco le risposte alle principali domande.

In cooperazione con Toyota

Nella prima metà del 2023 un’auto di nuova immatricolazione su cinque venduta in Svizzera è stata un’auto elettrica. Insieme ai modelli della categoria ibride e ibride plug-in hybrid, già oltre il 50% delle nuove auto è spinto da una propulsione alternativa.

Si fanno passi avanti con l’elettrificazione del trasporto su strada, favorita da un numero sempre maggiore di modelli elettrici, da miglioramenti nella tecnologia e dall’aumento dell’autonomia. Contemporaneamente diminuisce in modo progressivo lo scetticismo di molti automobilisti e automobiliste nei confronti delle auto elettriche.

Tuttavia alcune domande rimangono ancora senza risposta. Ad esempio: In che modo si può aumentare ulteriormente l’autonomia dei veicoli elettrici? Come si possono realizzare batterie meno costose e con durata e prestazioni superiori? E come deve essere strutturata l’infrastruttura di ricarica affinché possa soddisfare la futura domanda in modo affidabile e capillare?

Ecco di seguito le risposte a queste e altre scottanti domande.

La transizione verso l’elettromobilità procede a un ritmo sufficientemente rapido?

Secondo gli esperti, in Svizzera procede addirittura più velocemente del previsto. Da un rapporto dell’organizzazione Swiss eMobility emerge che le precedenti previsioni hanno fortemente sottovalutato il potenziale dell’elettromobilità. Gli attuali scenari presuppongono che nel 2025 già il 60% delle nuove immatricolazioni potrebbe essere rappresentato da auto con la spina (incluse le ibride plug-in). Nel 2030 questa percentuale dovrebbe attestarsi tra il 72 e il 94% e nel 2035 il 91-99% delle auto nuove dovrebbe praticamente avere una propulsione elettrica. Persino qualora analizzassimo in modo critico queste previsioni sulla scorta della crisi energetica e fosse ugualmente plausibile ipotizzare uno scenario del 40-50%, è certo che in virtù della legislazione europea un forte aumento dell’elettromobilità sarebbe inevitabile.

30 nuovi modelli elettrici entro il 2030


Toyota sta assumendo un ruolo di primo piano nella transizione verso i propulsori a zero emissioni, non solo sviluppando nuove varianti di batterie, ma anche lanciando una vasta offensiva di modelli: non meno di 30 nuovi modelli elettrici saranno lanciati entro il 2030. Qual è la Toyota giusta per voi? Scopritelo subito con un test drive.

Mehr erfahren

Quando cesserà la produzione delle auto con motore a combustione?

Le disposizioni dell’UE parlano chiaro: dal 2035 sarà vietata la vendita di auto nuove con classico motore a combustione. Una decisione valida in sostanza anche per un Paese come la Svizzera che non fa parte dell’UE, poiché anche le auto nuove immatricolate qui devono soddisfare i dati di omologazione UE e le normative europee sulle emissioni. Inoltre, d’altro canto, potrebbero entrare in gioco gli e-fuel, che si trovano attualmente in fase di sviluppo e potranno essere utilizzati senza dover apportare grosse modifiche agli attuali motori a combustione – quindi i veicoli possono essere alimentati con carburanti sintetici prodotti da anidride carbonica (CO₂) e idrogeno (H2). Questi carburanti sono ottenuti da energie rinnovabili (eolico, solare) e sono neutri sotto il profilo delle emissioni di carbonio.

Cosa serve per rendere la mobilità a zero emissioni?

In Svizzera le auto elettriche hanno un buon bilancio ecologico. Ma non è così in ogni parte del mondo. Per Toyota, pertanto, è chiaro che la mobilità mondiale a emissioni zero non può essere raggiunta unicamente con auto elettriche a batteria (BEV), bensì adottando una strategia multitecnologica – «data dai vantaggi complementari sia dei veicoli a batteria che di quelli alimentati a idrogeno», dichiara il portavoce Björn Müller. Fra le cause che spingono ad adottare questo approccio vi sono la scarsità e i costi elevati dei materiali delle batterie. «A questi si aggiungono le carenze dell’infrastruttura. In tale contesto è vantaggioso implementare una combinazione di veicoli elettrici a batteria, ibridi plug-in e full-hybrid per ridurre al massimo le emissioni di CO₂ nei prossimi 10-15 anni», afferma Müller.

Tabella di marcia – Tecnica delle batterie Toyota

Fonte: Toyota 

Quando arriverà la super-batteria?

La batteria è il cuore pulsante di ogni BEV (Battery Electric Vehicle). Ma per certi aspetti è anche il tallone d’Achille dell’elettromobilità. Il motivo: le batterie agli ioni di litio sono costose da produrre (necessitano di numerose materie prime), hanno una durata limitata e sono complicate da riciclare. I costruttori di auto elettriche stanno quindi concentrando tutte le loro forze sul miglioramento delle batterie: le future batterie dovranno essere meno costose da produrre, durare più a lungo ed essere più rispettose del clima, ovviamente offrendo una maggiore potenza. In questo ambito, ad esempio, Toyota ha aumentato drasticamente gli investimenti. «La produzione commerciale di batterie bipolari al nichel-metallo idruro (NiMh) è stata già avviata. Queste unità consumano meno minerali e sono più economiche a fronte di una densità di potenza doppia», sostiene il portavoce Björn Müller. «Inoltre lavoriamo all’introduzione delle cosiddette batterie allo stato solido, che assicurano una potenza più elevata, una maggiore autonomia e tempi di ricarica decisamente più brevi.» Queste super-batterie dovrebbero essere montate di serie dal 2027 inizialmente nei modelli ibridi elettrici di Toyota.

Quale autonomia potrà essere raggiunta in futuro?

La tecnologia delle batterie allo stato solido rappresenta il passaggio successivo nello sviluppo delle auto elettriche. L’innovazione sta nel fatto che la produzione delle sostanze solide necessarie è più semplice rispetto all’attuale tecnologia degli ioni di litio, e la batteria è molto più leggera. Il principale vantaggio, tuttavia, è l’autonomia decisamente superiore che tali batterie garantiscono. Concretamente dovrebbe aumentare più del doppio rispetto a oggi: con la super-batteria di Toyota si potranno percorrere fino a 1200 chilometri.

Quando i tempi di ricarica si ridurranno a quelli di un classico rifornimento al distributore?

Questo è (tuttora) uno dei principali punti deboli delle auto elettriche. A seconda della colonnina, la ricarica di corrente può durare anche diverse ore. Il numero di stazioni di ricarica rapida è in continuo aumento, ma queste sono dislocate principalmente lungo le autostrade, ed è sconsigliabile utilizzarle regolarmente: la ricarica rapida accelera il processo di invecchiamento della batteria. Grazie all’adozione della nuova tecnologia di batterie precedentemente citata, sarà invece possibile ricaricare regolarmente ad alta velocità. Secondo Toyota, in futuro sarà possibile fare il pieno di elettroni in soli 10 minuti; riducendo quindi i tempi di ricarica di un’auto elettrica a quelli di un rifornimento di carburante per un’ auto con motore a combustione.

Di quante stazioni di ricarica necessita ancora la Svizzera?

La ricarica rappresenta uno dei principali ostacoli non soltanto in relazione ai lunghi tempi che richiede: anche la situazione globale delle stazioni di ricarica frena il passaggio all’auto elettrica di alcuni automobilisti e automobiliste. Ma ecco una notizia relativamente buona: il nostro Paese è ben posizionato sotto questo aspetto, con le attuali 11 000 stazioni di ricarica circa, la nostra rete è una delle più capillari d’Europa, preceduta da Paesi come Norvegia, Paesi Bassi e Lussemburgo. Quindi la Svizzera è pronta per affrontare il futuro della ricarica? Uno studio recentemente presentato dall’Ufficio federale dell’energia (UFE) stima che entro il 2035 saranno necessarie 84 000 stazioni di ricarica pubbliche, cifra che salirà addirittura a 114 000 entro il 2050. Lo studio mostra anche che per coprire il fabbisogno futuro sarà necessaria una combinazione di opzioni di ricarica (ricarica a casa, sul luogo di lavoro, nel quartiere, presso la destinazione del viaggio, ricarica rapida).

Quando migliorerà la situazione di ricarica dei privati?

La Svizzera è un Paese di locatari, quindi molti inquilini e inquiline non hanno accesso a una stazione di ricarica privata. Chi intende installare una wallbox come locatario, deve sperare nella benevolenza del locatore. Ma come indica chiaramente lo studio dell’UFE, il fabbisogno sarebbe elevato: nel 2025 in Svizzera dovrebbero esserci tra 400 000 e 1 milione di conducenti di auto elettriche che non hanno accesso alla ricarica privata. Per migliorare questa situazione è stata elaborata una guida completamente nuova dall’organizzazione Swiss eMobility insieme alle autorità per l’energia, a vari attori dell’amministrazione, del settore dell’auto, dell’elettricità, dell’energia e immobiliare e anche a proprietari di abitazioni, locatari e all’associazione degli inquilini. In questa pubblicazione viene anche illustrata passo dopo passo la procedura per la realizzazione di un impianto di ricarica. Inoltre, con il progressivo aumento dell’autonomia dei veicoli, non tutti i conducenti di veicoli elettrici avranno necessariamente bisogno di una stazione di ricarica privata.

Quando si arriverà al diritto alla ricarica?

Paesi come la Germania l’hanno già istituito: il «diritto alla ricarica». In Svizzera manca un regolamento di questo tipo, malgrado la percentuale di locatari estremamente alta. Una mozione sull'argomento presentata dal consigliere nazionale PVL Jürg Grossen nel 2021 è stata rifiutata dal Consiglio federale. Nel giugno scorso Grossen ha fatto un nuovo tentativo. Questa nuova mozione intende garantire l'accesso alle infrastrutture di ricarica anche nel rapporto di locazione e nella proprietà per piani.

Si tratta di un contenuto sponsorizzato. «In cooperazione con…» significa che il cont