Ecco perché Il Giappone esce dagli anni '90, addio ai floppy disk nella pubblica amministrazione

SDA

31.1.2024 - 18:22

Il Giappone, paese tecnologicamente avanzato per antonomasia, inizia finalmente a dire addio ai floppy disk, un supporto molto diffuso negli anni '90 e ancora usato nel Sol Levante dalla pubblica amministrazione. Ma si usano ancora nell'aviazione.

Immagine darchivio.
Immagine darchivio.
IMAGO/Pond5 Images

Il Ministero dell'Economia, del Commercio e dell'Industria – come riporta Japan Today – ha annunciato di aver rimosso, alla fine del 2023, 34 istanze che impongono l'uso dei floppy disk come metodo di presentazione dei dati al Ministero, e un numero imprecisato di ordinanze che impongono anche l'uso dei Cd-Rom.

Le ordinanze riguardavano settori come gas, elettricità e approvvigionamento idrico, operazioni minerarie e produzione di aerei e armi.

Ecco perché

La spinta a porre fine all'uso dei floppy disk nelle agenzie governative nasce da due problemi principali. Il primo è che i supporti fisici riducono la capacità di inviare e condividere dati online, ostacolando l'efficienza e complicando il processo di revisione o aggiornamento delle informazioni.

In secondo luogo, che è estremamente difficile trovare floppy disk in vendita poiché sono sostanzialmente scomparsi dal mercato. Sony, uno dei principali produttori, ha smesso di produrli nel 2011.

Due anni fa, Taro Kono, a capo della divisione digitale giapponese, aveva fatto una ricognizione e scoperto che ci sono circa 1.900 istanze governative, in una varietà di ministeri, che richiedono ancora l'uso di supporti fisici per l'archiviazione dei dati.

I floppy disk si usano ancora nel mondo

I floppy disk non sono affatto scomparsi dalla vita quotidiana nel mondo. In particolare, sono ancora utilizzati nell'aviazione, in quanto spesso sono l'unico modo per aggiornare il software di bordo degli aerei più vecchi.

Ma, per fortuna, la pace nel mondo non dipende più da loro. Nel 2019, l'esercito statunitense ha detto addio ai floppy disk per il controllo dei suoi missili nucleari intercontinentali.

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