Preistoria Anche l'uomo di Neanderthal sapeva accendere il fuoco

AFP

24.7.2018

Una rappresentazione dell'uomo di Neanderthal esposta presso il museo dell'Uomo di Parigi
Una rappresentazione dell'uomo di Neanderthal esposta presso il museo dell'Uomo di Parigi
AFP/Archives

L'uomo di Neanderthal sapeva probabilmente accendere il fuoco colpendo delle pietre tra di loro. Ad assicurarlo sono dei ricercatori, che hanno analizzato numerosi strumenti provenienti da siti francesi, vecchi di 50.000 anni.

Si sapeva già che questo antenato dell'uomo si serviva del fuoco. Ma non era stato chiarito se usasse unicamente braci naturali raccolte dopo incendi provocati da fulmini o eruzioni vulcaniche, o se, come l'uomo moderno, avesse acquisito le tecniche necessarie per produrle autonomamente.

«Abbiamo ottenuto la prima prova diretta e materiale della produzione di fuoco, regolare e sistematica, da parte dell'uomo di Neanderthal», hanno scritto gli scienziati in uno studio pubblicato dalla rivista Scientific Reports.

«Abbiamo trovato degli strumenti che consentivano all'uomo di Neanderthal di fare fuoco», ha confermato all'AFP Marie Soressi, docente di preistoria all'università di Leiden (Paesi Bassi) e co-autrice dello studio.

I ricercatori hanno identificato decine di rocce tagliate sulle due estremità, le cui tracce sembrano indicare che possano essere state usate proprio per percuotere un minerale ferroso come la pirite o la marcasite.

Una delle tecniche per accendere un fuoco, infatti, consiste nel percuotere una pietra contro tali materiali. Ciò produce scintille ad alta energia, che se ricadono su erba o foglie secche, soffiando un po', consentono di ottenere il risultato desiderato.

Marie Soressi, che partecipa a spedizioni alla ricerca di reperti preistorici in Francia, conosceva queste pietre da molto tempo, ma non si era riuscita a spiegare la ragione di alcune «tracce intriganti» sulle estremità. Gli strumenti, tra l'altro, erano utilizzati anche per altri scopi, come ad esempio tagliare la carne.

Il dibattito proseguirà

A occhio nudo, si possono vedere «delle tracce di percussioni a forma di C, che permettono di dedurre l'angolo e la direzione con le quali la pietra è stata colpita con la pirite», ha indicato all'AFP Andrew Sorensen.

Al microscopio, i ricercatori hanno allo stesso modo scoperto delle striature e un punto di usura ben specifico. 

L'equipe ha anche effettuato numerosi test su repliche delle pietre, utilizzandole in vario modo (ad esempio per sbriciolare l'ocra al fine di ottenere un colorante). Ma è proprio colpendo la pirite che sono state ottenute le tracce più simili a quelle trovate sui reperti.

E essendo questi ultimi decine, tutti con le stesse tracce, è stato concluso che si possa essere trattato di «una tecnologia diffusa tra gli uomini di Neanderthal, in questa regione, circa 50.000 anni fa», ha spiegato Andrew Sorensen. 

Lo scienziato ha aggiunto tuttavia che la sua analisi delle tracce «resta un'interpretazione» e si è detto certo che il dibattito attorno alla capacità dell'uomo di Neanderthal di produrre il fuoco «continuerà».

Per gli uomini dell'epoca, essere capaci di produrre fuoco avrebbe cambiato molte cose. In caso di dipendenza dal fuoco naturale, avrebbero dovuto fare costantemente attenzione a non farlo spegnere e a trasportarlo da accampamento ad accampamento.

Al contrario, se avessero saputo produrlo autonomamente, avrebbero potuto servirsene più facilmente, ha aggiunto Sorensen. «Con un grande risparmio di tempo e di energia!».

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