Stati Uniti Biden rassicura l'Afghanistan: «Non vi lasceremo soli»

SDA

8.7.2021 - 20:58

La missione degli Stati Uniti in Afghanistan si concluderà il 31 agosto: lo ha detto Joe Biden parlando alla Casa Bianca. Il termine da lui fissato era entro l'11 settembre, in coincidenza con il 20/o anniversario dell'attentato alle Torri gemelle.
La missione degli Stati Uniti in Afghanistan si concluderà il 31 agosto: lo ha detto Joe Biden parlando alla Casa Bianca. Il termine da lui fissato era entro l'11 settembre, in coincidenza con il 20/o anniversario dell'attentato alle Torri gemelle.
Keystone

La missione degli Stati Uniti in Afghanistan si concluderà il 31 agosto: lo ha detto Joe Biden parlando alla Casa Bianca. Il presidente ha giustificato la rapidità del ritiro delle truppe Usa affermando che «la velocità garantisce sicurezza».

8.7.2021 - 20:58

Il termine da lui fissato era entro l'11 settembre, in coincidenza con il 20/o anniversario dell'attentato alle Torri gemelle.

«Stiamo mettendo fine alla più lunga guerra americana, non manderò un'altra generazione di americani in guerra in Afghanistan», ha anche detto Biden. «Stiamo riposizionando le nostre forze per affrontare le minacce terroristiche dove sono ora, nell'Asia meridionale, nel Medio Oriente e in Africa», ha aggiunto spiegando che questo è uno dei motivi del ritiro dall'Afghanistan. «Ma non fate errori: abbiamo le capacità per proteggere il nostro Paese da ogni nuova sfida terroristica proveniente dall'Afghanistan», ha ammonito

Il presidente ha poi annunciato che gli Usa trasferiranno in Paesi terzi gli afghani che hanno aiutato Washington, come ad esempio gli interpreti. «C'è una casa per voi negli Stati Uniti», ha detto. Biden ha promesso anche che gli Usa continueranno ad aiutare la popolazione afghana.

Nessuno è mai riuscito a unificare l'Afghanistan ed è «altamente improbabile» che un solo governo controlli il Paese dopo il ritiro delle truppe Usa ha osservato lanciando un appello per un accordo con i talebani. Gli Usa non saranno responsabili per la morte dei civili se i talebani conquisteranno il Pese. E «Non è inevitabile che l'Afghanistan cada nelle mani dei talebani», ha osservato. A suo dire l'intelligence Usa non ha valutato che il governo afghano collasserà.

Il ritiro delle truppe americane è quasi completato

Il ritiro delle truppe americane è quasi completato, per oltre il 90%, ma gli Usa non lasceranno soli gli afghani e continueranno a sostenere il governo di Kabul, afferma il presidente americano.

Dopo un aggiornamento con il capo del Pentagono e il suo team per la sicurezza nazionale, Joe Biden evita di cadere nella celebrazione di una «mission accomplished», come fece George W. Bush nel 2003 per le operazioni in Iraq venendo poi smentito dai fatti.

Il presidente preferisce rilanciare dalla Casa Bianca un messaggio rassicurante, spiegando che dopo 20 anni di guerra ad Al-Qaida per gli attentati dell'11 settembre la missione è finita perché non ci può essere una soluzione militare ma ha creato le basi per un Paese diverso, capace di difendersi e di decidere da solo il proprio destino.

Consegnata alle forze afghane anche Bagram

Consegnata alle forze afghane anche Bagram, base simbolo e cuore nevralgico di tutte le principali operazioni militari nel Paese, gli Usa continueranno a garantire il supporto aereo e la sorveglianza dei cieli da altri Paesi.

E non abbandoneranno le migliaia di interpreti che hanno aiutato Washington, evacuandoli probabilmente entro fine agosto in Paesi terzi come Qatar ed Emirati Arabi e in territori americani come Guam, in attesa della concessione del visto americano. In arrivo entro fine settimana anche 1,4 milioni di vaccini anti Covid.

Le rassicurazioni di Biden arrivano in coincidenza con l'annuncio del premier britannico alla Camera dei Comuni che anche «gran parte delle truppe britanniche sono già partite». Boris Johnson ha ammesso che la situazione attuale nell'area resta «difficile», ma ha detto che gli alleati possono essere «fieri» dei 20 anni di missione militare afghana e che «non ci sono dubbi» come in questi anni siano stati fatti «progressi» rispetto al dopo 11 settembre o all'epoca della presenza di Osama bin Laden.

Le notizie che arrivano dal terreno sono allarmanti

Ma le notizie che arrivano dal terreno sono allarmanti. I talebani continuano la loro offensiva occupando gli spazi abbandonati dalle forze Nato. Finora hanno riconquistato quasi il 50% dei distretti rurali, ossia un terzo del paese, e si stanno avvicinando pericolosamente a Kabul.

Da due giorni hanno lanciato un attacco anche contro Qala-I-Naw, il primo contro una capitale provinciale dall'inizio del ritiro americano. Il governo di Kabul ha inviato in elicottero centinaia di commando ma l'esito della battaglia appare incerto. Nei giorni scorsi le forze afghane hanno dovuto ritirarsi in Tagikistan per sfuggire all'offensiva dei talebani mettendo in allarme il Cremlino, preoccupato per la stabilità delle ex repubbliche sovietiche nell'Asia centrale.

Il ministro degli esteri russo Serghiei Lavrov ha già avvisato che in caso di un attacco al Tagikistan dal confine con l'Afghanistan l'Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva (Csto), una sorta di Nato costruita sulle ceneri dell'Urss, si riunirà urgentemente per rispondere.

Il capo di Stato maggiore della difesa britannica, il generale Nick Carter, ha ammesso che le ultime notizie dall'Afghanistan sono «piuttosto cupe», facendo eco al monito del generale americano Austin Miller, comandante della missione internazionale, che non ha escluso una guerra civile. Alcune agenzie di intelligence Usa prevedono che il governo afghano potrebbe capitolare sotto i colpi dei talebani nel giro di sei mesi dopo che gli americani avranno abbandonato il Paese.

E non mancano le critiche, anche tra alti dirigenti afghani, che il ritiro sia stato affrettato per rispettare una scadenza politica e simbolica: quella del prossimo 11 settembre, 20/mo anniversario dall'attacco alle Torri Gemelle.

SDA