Pandemia Coronavirus: picco non ancora raggiunto, prematuro revocare misure

cp, ats

25.1.2022 - 15:44

Stando a Patrick Mathys, il picco dell'epidemia di Covid-19 non è ancora stato raggiunto.
Stando a Patrick Mathys, il picco dell'epidemia di Covid-19 non è ancora stato raggiunto.
Keystone

È ancora troppo presto per allentare le misure restrittive, alla luce della forte diffusione del coronavirus, in particolare della variante Omicron, fra la popolazione.

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Lo ha dichiarato oggi davanti ai media, durante la consueta conferenza stampa settimanale per fare il punto della situazione, Patrick Mathys dell'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP).

Mathys ha specificato che il virus si sta diffondendo velocemente fra la gente, con centinaia di migliaia di persone infettate ogni settimana: tuttavia, il picco non è ancora stato raggiunto. Quanto ai ricoveri, le persone colpite dalla variante Omicron raramente hanno bisogno di cure intense, diversamente da quanto accade per la Delta. È quest'ultima variante, ormai quasi soppiantata da Omicron, che causa i maggiori problemi di salute, ha spiegato l'esperto dell'UFSP.

Quanto a incidenza, la Svizzera rimane tra i paesi dove il virus circola maggiormente, con tuttavia differenza regionali anche importanti. In Ticino, il numero di casi sembra in leggera diminuzione rispetto al resto del paese, ha spiegato Urs Karrer, vicepresidente della Task Force Covid-19 del Consiglio federale.

Stando a Mathys, nonostante la forte incidenza, il numero di ricoveri rimane stabile, come anche dei decessi, quest'ultimi a un basso livello. Tuttavia, a causa del numero importante di casi, non si può nemmeno escludere un incremento delle persone che necessitano di cure ospedaliere.

Per Karrer, il fatto che tra le categorie d'età più elevate si registri un calo dei ricoveri e dei decessi può essere dovuto all'effetto positivo della vaccinazione, specie di quella di richiamo, che ha spezzato le catene di trasmissione del virus, in particolare nelle case di riposo.

Prematuro revocare misure

A detta di Mathys, a causa della predominanza di Omicron è ancora difficile prevedere se si giungerà a un sovraccarico degli ospedali. Per questo la prudenza è d'obbligo e la revoca delle misure di protezione prematura. Bisogna insomma ancora fare uno sforzo, rispettando i provvedimenti igienici e facendosi immunizzare.

Stando a Mathys, non è possibile pensare che il coronavirus scompaia d'incanto dopo Omicron. Non sappiamo che cosa verrà dopo, se ci saranno altre varianti. Ciò che sappiamo, ha spiegato, è che la vaccinazione protegge anche da altre mutazioni. Per questo il siero rappresenta un investimento a lungo termine «se dobbiamo convivere col Covid».

Circa la riduzione della quarantena e dell'isolamento a cinque giorni, Karrer ha detto che la decisione del Consiglio federale è giustificata, ma che c'è il rischio che la trasmissione del virus possa avvenire anche dopo i cinque giorni. «Questo rischio può essere ridotto se si seguono misure protettive per altri cinque giorni», ha spiegato. Rimanere in isolamento se si hanno i sintomi, avere meno contatti possibili e se ve ne sono, indossare una mascherina, ed evitare di frequentare luoghi come ospedali.

Omicron, sottovariante non preoccupa

In merito alla sottovariante di Omicron, Karrer ha sottolineato che quest'ultima è stata rilevata dieci volte finora in Svizzera. Ci sono indicazioni che questo ceppo si stia diffondendo ancora più velocemente di Omicron, ha aggiunto, specificando però che non ci indizi che tale variante sfoci in un decorso più grave della malattia.

«Si sospetta che l'immunità protegga anche dalla sottovariante», ha affermato il vicepresidente della Task Force. Per questo, chi non ha ancora ricevuto una dose di vaccino negli ultimi quattro mesi dovrebbe farlo ora.

Bambini, decorsi non gravi

Ci sono anche casi di ricoveri di bambini, ma i decorsi non sono gravi, ha affermato Mathys. Al momento, i progressi nelle vaccinazioni per i più piccoli non solo tali da poter essere epidemiologicamente efficaci, ha aggiunto dal canto suo Karrer. I tassi di infezione tra i bambini piccoli sono relativamente alti perché la loro immunità è ancora molto bassa.

Karrer ha anche sottolineato che la situazione nelle scuole e in altre strutture di assistenza è abbastanza complicata. Tuttavia, la situazione non cambierà semplicemente col calo delle infezioni. A suo parere, la tenuta delle lezioni sarebbe senz'altro più facile se i bambini non fossero costantemente infettati. Per questo ha ancora senso vaccinare i bambini.