Epidemia Covid-19: buono di 50 franchi criticato da diversi cantoni

fc, ats

6.10.2021 - 17:30

Il buono di 50 franchi è criticato da diversi cantoni
Il buono di 50 franchi è criticato da diversi cantoni
Keystone

La proposta del Consiglio federale di ricompensare con 50 franchi chi convince qualcuno a farsi vaccinare contro il coronavirus non piace ai cantoni. In molti hanno chiesto all'esecutivo di rinunciarvi.

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«Sì alla settimana della vaccinazione, no al buono di 50 franchi» è il titolo della dichiarazione rilasciata dall'esecutivo di Appenzello Interno che riassume molto bene la posizione di numerosi altri cantoni. La decisione di vaccinarsi non dovrebbe essere presa attraverso ulteriori pressioni o incentivi monetari, ma per considerazioni sanitarie e di solidarietà, sostengono ad esempio San Gallo e Turgovia.

Da parte sua, Argovia si lamenta dell'onere amministrativo che verrebbe creato dai buoni. Glarona ritiene i buoni ingiusti per coloro che sono già vaccinati. Inoltre un pagamento per un atto di solidarietà viene considerato contrario alle usanze elvetiche.

Basilea Città si schiera invece a favore dei buoni, ma a condizione che questi vengano pagati dalla Confederazione. Tre giorni fa, sulle colonne della Sonntagszeitung, anche il presidente dei direttori cantonali della sanità, Lukas Engelberger, aveva espresso opinioni cautamente positive sull'idea dei buoni: «l'idea di un premio di 50 franchi potrebbe essere un incentivo per uscire dall'incertezza», aveva sostenuto.

Per aumentare la quota di immunizzati e poter così eliminare le restrizioni legate al certificato sanitario, il Consiglio federale ha proposto venerdì una «offensiva di vaccinazione». Questa iniziativa, dal costo di 150 milioni di franchi, si tradurrebbe in una settimana nazionale di vaccinazione, unità mobili supplementari, offerte d'informazione personali e buoni di 50 franchi per chi convince qualcuno a immunizzarsi. La consultazione su queste misure termina oggi, una decisione sarà presa tra una settimana.