Epidemia e restrizioni Engelberger: apertura terrazze ristoranti praticamente senza rischi

bo, ats

12.4.2021 - 08:30

Già un mese fa i cantoni si erano pronunciati a favore dell'apertura delle terrazze, con la maggioranza di essi che chiedeva pure l'accesso alle aree interne. Il governo, nonostante ciò, aveva proseguito per la sua strada posticipando la decisione al 14 aprile (foto d'archivio)
Già un mese fa i cantoni si erano pronunciati a favore dell'apertura delle terrazze, con la maggioranza di essi che chiedeva pure l'accesso alle aree interne. Il governo, nonostante ciò, aveva proseguito per la sua strada posticipando la decisione al 14 aprile (foto d'archivio)
Keystone

Il presidente della Conferenza dei direttori cantonali della sanità (CDS) Lukas Engelberger considera l'apertura delle terrazze dei ristoranti il prossimo lunedì 19 aprile «praticamente senza rischi».

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Tuttavia, ritiene «impossibile» che mercoledì il Consiglio federale annunci una riapertura totale. Lo stesso Engelberger, così come diversi cantoni, vorrebbe una politica di piccoli passi, con riaperture graduali. Ad esempio, il via libera alle terrazze dei ristoranti oppure l'alleggerimento delle restrizioni per alcune attività sportive o culturali minori, ha detto il presidente della CDS, intervistato ieri alla RTS.

Con l'arrivo della primavera, molte persone trascorrono molto tempo all'aperto e in questo senso non si corre alcun rischio supplementare con l'apertura delle terrazze. Varrebbero infatti le regole dello scorso autunno, con tavoli da massimo quattro persone e una stretta osservanza delle misure sanitarie.

Una riapertura voluta già un mese fa

Sconfessati dal Consiglio federale a metà marzo, numerosi cantoni vorrebbero ora procedere ad allentamenti: già un mese fa i cantoni – all'unanimità – si erano pronunciati a favore dell'apertura delle terrazze, con la maggioranza di essi che chiedeva pure l'accesso alle aree interne. Il governo, nonostante ciò, aveva proseguito per la sua strada posticipando la decisione al 14 aprile.

Fra due giorni il Consiglio federale dovrà dunque prendere posizione: la pressione da parte di partiti, cantoni, ristoratori – nonché esponenti di molti altri settori, fra cui l'arte e lo sport – e cittadini aumenta giorno dopo giorno.

Attualmente, tuttavia, solo due dei quattro indicatori del Consiglio federale per ulteriori passi di apertura sarebbero soddisfatti: in media, ci sono significativamente meno di 250 pazienti Covid in unità di terapia intensiva ogni due settimane e l'ultimo valore R disponibile è appena sotto il valore obiettivo di 1. Il tasso di positività e l'incidenza della malattia rimangono invece al di sopra dei valori soglia, complici anche l'aumento dei tamponi effettuati e l'introduzione dei test «fai da te».

In questo ambito, hanno fatto discutere le parole pronunciate venerdì scorso da Valentin Vogt, presidente dell'Unione svizzera degli imprenditori (USI), secondo cui una volta che il gruppo delle persone a rischio sarà stato vaccinato, si potranno tollerare fino a 30'000 nuove infezioni al giorno, poiché «se i pazienti ad alto rischio vengono vaccinati, circa tre quarti dei ricoveri saranno eliminati».