Joseph James DeAngelo è accusato di 13 omicidi. Sarebbe lui il «Golden State Killer» che ha terrorizzato la California per parecchi decenni.
Assieme ai 13 assassini di cui è accusato, avrebbe commesso anche una cinquantina di stupri. Tuttavia, non può più essere perseguito per molti di tali fatti, dal momento che ormai sono caduti in prescrizione.
Negli anni Settanta, Joseph James DeAngelo ha lavorato come poliziotto, finché non è stato colto in flagrante nel 1979: aveva rubato del materiale sul posto di lavoro.
Dopo l'inchiesta della giornalista Michelle McNamara, la polizia ha analizzato dei campioni di DNA raccolti attraverso GEDmatch, database genetico: ciò ha portato a Joseph James DeAngelo. L'uomo è stato arrestato presso la propria abitazione, alla periferia di Sacramento, nello scorso mese di aprile.
Una persona onora la memoria di Cheri Domingo e del suo compagno Gregory Sanchez nel corso del processo. La coppia è stata crudelmente assassinata nel 1981.
«Golden State Killer»: questo uomo è accusato di 13 omicidi
Joseph James DeAngelo è accusato di 13 omicidi. Sarebbe lui il «Golden State Killer» che ha terrorizzato la California per parecchi decenni.
Assieme ai 13 assassini di cui è accusato, avrebbe commesso anche una cinquantina di stupri. Tuttavia, non può più essere perseguito per molti di tali fatti, dal momento che ormai sono caduti in prescrizione.
Negli anni Settanta, Joseph James DeAngelo ha lavorato come poliziotto, finché non è stato colto in flagrante nel 1979: aveva rubato del materiale sul posto di lavoro.
Dopo l'inchiesta della giornalista Michelle McNamara, la polizia ha analizzato dei campioni di DNA raccolti attraverso GEDmatch, database genetico: ciò ha portato a Joseph James DeAngelo. L'uomo è stato arrestato presso la propria abitazione, alla periferia di Sacramento, nello scorso mese di aprile.
Una persona onora la memoria di Cheri Domingo e del suo compagno Gregory Sanchez nel corso del processo. La coppia è stata crudelmente assassinata nel 1981.
L'ex poliziotto Joseph James DeAngelo, sospettato di una serie di omicidi, è accusato di averne commesso un altro in California. L'uomo, 72enne, è accusato complessivamente di 13 assassini.
Il tredicesimo omicidio sarebbe stato commesso nel 1975, a danno di Claude Snelling. Quest'ultimo è stato ucciso nella città californiana di Visalia mentre tentava di impedire il rapimento di sua figlia sedicenne, secondo quanto dichiarato da Tim Ward, procuratore del distretto della contea di Tulare. La polizia ha aggiunto che è entrata in possesso di prove che permettono di legare il nome di Joseph James DeAngelo alla morte di Claude Snelling, ma non ha fornito ulteriori dettagli.
Secondo il procuratore, Joseph James DeAngelo sarebbe il «Golden State Killer», che ha agito in numerose contee della California nel corso degli anni Settanta e Ottanta. Ma non si tratta soltanto di omicidi: è sospettato anche di aver commesso più di 50 stupri. I procuratori si sono basati su test del DNA che hanno consentito loro di arrivare all'uomo.
Joseph James DeAngelo, che è ormai costretto su una sedia a rotelle, un tempo fece parte della Marina e ha lavorato come poliziotto dal 1973 al 1979, anno in cui venne licenziato perché colto in flagrante: aveva rubato sul luogo di lavoro. Padre di tre figlie, in seguito ha lavorato come meccanico.
Degli atti di estrema crudeltà
L'assassino, soprannominato «Golden State Killer», osservava spesso le sue vittime per parecchie settimane al fine di conoscere le loro abitudini. Quindi si introduceva nelle loro case in piena notte, le svegliava con un'arma in pugno, le legava e le imbavagliava prima di abusare delle donne, costringendo i loro compagni a guardare l'intera scena. Alla fine, le uccideva.
La prescrizione
Gli inquirenti pensano anche che Joseph James DeAngelo sia lo stupratore e killer soprannominato «Visalia Ransacker», che ha saccheggiato più di 120 case alla metà degli anni Settanta. All'epoca, seminò panico e terrore nella regione, essenzialmente popolata da agricoltori, come dichiarato da Jason Salazar, capo della polizia di Visalia.
Dal 1973 al 1976, Joseph James DeAngelo ha lavorato come poliziotto nella vicina municipalità di Exeter. Tuttavia, dal momento che i fatti sono ormai in prescrizione, non può essere perseguito né per i presunti stupri, né per i furti di cui è accusato. L'uomo è stato arrestato presso la propria abitazione di Citrus Heights nello scorso mese di aprile.
Un caso misterioso: la giornalista Kim Wall uccisa a bordo di un sottomarino
Un caso misterioso: la giornalista Kim Wall uccisa a bordo di un sottomarino
L'«UC 3 Nautilus» è immobilizzato al porto di Copenaghen: il 10 agosto 2017, la giornalista Kim Wall è salita a bordo del sommergibile per un piccolo giro nella baia di Køge, al largo della capitale danese, in compagnia dell'inventore Peter Madsen.
L'ingegnere e inventore Peter Madsen, celebre costruttore di scafi e di sottomarini, è sospettato di aver assassinato la giornalista svedese Kim Wall.
Le parti del corpo della professionista trentenne sono state ritrovate progressivamente nelle acque della baia. Dapprima il tronco, poi la testa e alla fine le gambe. Sezionata, era stata infilata in dei sacchi di plastica con l'aiuto di alcuni oggetti metallici.
Questa fotografia mostra Kim Wall a bordo del «Nautilus», al porto di Copenaghen. Si tratta probabilmente dell'ultima immagine che la ritrae viva.
La localizzazione del luogo del delitto.
Operazioni di ricerca per ritrovare i resti di Kim Wall: per Peter Madsen, la morte della ragazza è dovuta ad un incidente. Secondo la sua versione dei fatti, Kim voleva prendere una boccata d'aria dopo l'immersione e per questo sarebbe salita sul ponte. Volendosi aggrappare al boccaporto, che pesa 70 chilogrammi, per lasciar passare la donna, avrebbe mollato la presa e la pesante porta sarebbe piombata sulla testa della giornalista.
Ha anche affermato di non aver fatto a pezzi il corpo, ma di averlo gettato con gli indumenti e integro. Nella foto: poliziotti alla ricerca di indizi nell'acqua.
La polizia ritiene non credibile la versione di Peter Madsen: «Il cranio della ragazza non presenta alcun segno di frattura», ha affermato un portavoce delle forze dell'ordine. Nella foto: poliziotti alla ricerca di indizi nell'acqua.
Gli inquirenti hanno ormai potuto stabilire che Peter Madsen e Kim Wall hanno trascorso quattro ore sott'acqua. Ciò che è accaduto in questo periodo di tempo resta un mistero. Nella foto: sommozzatori militari nella baia di Køge.
Una volta tirata in secca l'imbarcazione, dei tecnici equipaggiati con indumenti protettivi e maschere anti-gas hanno perquisito l'interno.
Nel sottomarino sono state rinvenute tracce di sangue della giornalista.
In Danimarca, nel mondo della tecnica e dell'imprenditoria, Peter Madsen gode di una certa reputazione. Prima del Nautilus, aveva già partecipato alla costruzione di due sottomarini più piccoli. Ha concepito anche degli scafi, il che gli è valso il soprannome di «Madsen lo scafo», attribuitogli dai media danesi.
Il sottomarino «UC 3 Nautilus» è stato ripescato nella baia di Køge, a sud della capitale danese, e rimorchiato verso il porto.
Si trovava a sette metri di profondità.
Ma chi è veramente Peter Madsen? È ciò che tutti si chiedono in Danimarca e in Svezia, Paesi nei quali l'inventore ha soggiornato di frequente. Un serial killer si nascondeva dietro la maschera da ingegnere eccentrico ma inoffensivo? Per precauzione, numerosi Paesi hanno messo a confronto il DNA dell'uomo con quelli ritrovati sui luoghi di delitti irrisolti.
Bruno Zwahlen: l'omicidio di Kehrsatz
Bruno Zwahlen: l'omicidio di Kehrsatz
La casa di Bruno Zwahlen a Kehrsatz (Berna), nel cui congelatore è stato ritrovato il cadavere di sua moglie all'inizio dell'agosto 1985. Foto scattata nell'aprile 1993.
Ritratto di Christine Zwahlen, assassinata nell'estate 1985.
Bruno Zwahlen in carcere per l'omicidio della moglie. Foto scattata il 17 aprile 1991 nel cortile della prigione di Thorberg, a Krauchtal (Berna).
Thorberg, a Krauchtal (Berna), 1991.
Dopo la scarcerazione, Bruno Zwahlen risponde alle domande dei giornalisti durante una conferenza stampa. Foto scattata il 20 aprile 1991.
Bruno Zwahlen, a sinistra, parla con Verena Sala, dell'associazione «Giustizia per Bruno Zwahlen». Foto scattata durante la conferenza stampa del 20 aprile 1991.
Davanti ai media, 20 aprile 1991.
Bruno Zwahlen lascia la Corte suprema del Canton Berna dopo la sua assoluzione, il 29 maggio 1993.
Bruno Zwahlen, al centro, fotografato in compagnia di Peter Saluz, a sinistra, e di Eva Saluz, a destra, il 1° giugno 1993. Bruno Zwahlen è stato assolto il 29 maggio 1993.
La Cassazione della Corte suprema del Canton Berna ha rigettato la domanda di ricorso contro Bruno Zwahlen presentata dal procuratore bernese Heinz W. Mathis nel gennaio 1996 in ragione di presunte «nuove informazioni sull'arma del delitto».
Bruno Zwahlen è tornato quindi ad essere un uomo libero e l'assassinio di sua moglie, commesso più di 12 anni prima, rimane un caso insoluto.
Seguito dai giornalisti, Bruno Zwahlen fa il suo ingresso nell'edificio della Corte suprema del Canton Berna, dove stava per riprendere il processo per l'omicidio di Kehrsatz, commesso nel 1985. Foto scattata il 14 aprile 1993.
Il caso Bruno Zwahlen (foto d'archivio del 1993) stava per entrare in una nuova fase. Il 2 giugno 1997, un sellaio di Kehrsatz dovette rispondere delle proprie azioni davanti al tribunale distrettuale di Berna-Laupen. L'uomo era accusato di falsa testimonianza durante il secondo processo a Bruno Zwahlen.
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