Decimo anniversario Il Giappone ricorda la catastrofe di Fukushima

SDA

11.3.2021 - 21:30

Lanterne volanti per ricordare le vittime del terremoto e dello tsunami dell'11 marzo 2011.
Lanterne volanti per ricordare le vittime del terremoto e dello tsunami dell'11 marzo 2011.
Keystone

Commozione, lacrime di sofferenza e preghiere nel giorno della commemorazione dell'anniversario dei dieci anni della catastrofe di Fukushima, ma anche un senso di determinazione, affinché le nuove generazioni non rivivano lo stesso dolore collettivo.

Nonostante continui l'emergenza del coronavirus, a differenza dell'anno scorso il governo giapponese e le autorità locali non hanno voluto saltare il decennale del triplice incidente dell'11 marzo 2011.

Una rievocazione del terremoto più forte della storia recente, con magnitudo 9, che causò il successivo tsunami e l'anomalia alla centrale di Fukushima Daiichi, con il drammatico propagarsi delle radiazioni.

Le stime dell'Agenzia nazionale di polizia calcolano una perdita di oltre 15'000 vite umane, perlopiù a causa dell'onda anomala, diventano quasi 22'000 con le migliaia di dispersi non ancora individuati e i decessi negli anni successivi tra quelli che non hanno resistito allo sconforto esistenziale dopo la scomparsa dei propri cari.

Alle 14.46 l'intera popolazione del Giappone ha osservato un minuto di raccoglimento per ricordare le vittime e tentare di rafforzare quello spirito di coesione sociale messo a dura prova anche in passato nel paese che è sempre stato capace di risorgere.

Le comunità delle cittadine situate sul versante nord orientale della regione del Tohoku, alcune delle quali interamente rase al suolo dalla brutalità dello tsunami, si sono radunate per accendere candele, raccontare ricordi struggenti sui propri cari svaniti, rievocando aneddoti velati da una dignitosa sofferenza.

A distanza di dieci anni dal disastro naturale gran parte delle arterie di comunicazione, tra le quali autostrade e linee ferroviarie, sono state completate. Tuttavia per 41'000 persone, in calo da un picco di 470'000, non è ancora possibile fare ritorno alle loro abitazioni per via del pericolo radiazioni.

In una cerimonia su scala ridotta, a Tokyo il premier Yoshihide Suga ha promesso il proseguimento del progetto di riordino del territorio in tempi rapidi.

Negli ultimi 10 anni gli investimenti diretti in opere di ricostruzione sono ammontati a oltre 30'000 miliardi di yen (257 miliardi di franchi), e in questa direzione rientra l'estensione fino al 2031 dell'operato dell'Agenzia della ricostruzione, costituita appositamente per coordinare la riedificazione dell'area.

Gli ordini di evacuazione emessi all'indomani della fuoriuscita delle radiazioni stanno gradualmente rientrando, ma l'area considerata off-limits si estende ancora per 337 chilometri quadrati, equivalenti a metà del centro cittadino di Tokyo.

Ancora più complessa la procedura dello smantellamento dei tre reattori nucleari che hanno subito la fusione del nocciolo: è probabile che serviranno altri 30 anni per recuperare le barre di combustibile non danneggiate e decidere cosa fare dell'acqua contaminata conservata nel sito adiacente l'impianto, il cui spazio è destinato ad esaurirsi entro l'autunno del 2022.

Dal quartier generale della Tokyo Electric Power (Tepco), il famigerato gestore della centrale, in un messaggio ai dipendenti il presidente Tomoaki Kobayakawa si è allineato al contegno della nazione: «Siamo coscienti delle nostre responsabilità nell'incidente di Fukushima, e intendiamo impegnarci affinché le memorie di quanto avvenuto in futuro non svaniscano».

Prima dell'11 marzo 2011 in Giappone operavano 54 reattori nucleari. Attualmente solo 9 dei 33 impianti a scopo commerciale presenti nell'arcipelago hanno ricevuto l'approvazione per il loro riavvio, e appena 4 sono funzionanti.

Al memoriale ha partecipato anche l'Imperatore Naruhito, che nel suo discorso ha richiamato il popolo all'unità, e ha invitato a non trascurare «una sola anima in questo tormentato periodo».