Difesa La Russia presenta il suo robot da guerra

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29.8.2018

Dei giganteschi robot da guerra capaci di impugnare armi e soldati la cui forza è decuplicata grazie a degli esoscheletri: ciò che sembra uscito dalla sceneggiatura di un film di Hollywood è stato presentato questa settimana nel quadro del salone «Army 2018» di Mosca.

La vera star della fiera delle armi, che è stata aperta il 21 agosto al Patriot Park di Mosca, si chiama Igorek. In sei giorni, circa 1.200 produttori di armi russi hanno presentato al salone «Army 2018» le loro ultime novità: un totale di 26.000 pezzi, dalle armi leggere ai sistemi di difesa anti-missile.

Il robot color oro, che sembra uscire direttamente da un film hollywoodiano, è alto circa quattro metri. Infatti, con le sue lunghe gambe e le potenti estremità prensili, la macchina - che è dotata di una cabina di pilotaggio bilndata che può accogliere numerosi soldati - ricorda vagamente quelle con cui i cattivi nel blockbuster di James Cameron «Avatar» (2009) tentano di sottomettere gli eroi blu del film.

Non è fantascienza

Si può notare una certa somiglianza con la macchina da guerra che James Cameron ha immaginato per il suo film «Avatar» (a sinistra).
Si può notare una certa somiglianza con la macchina da guerra che James Cameron ha immaginato per il suo film «Avatar» (a sinistra).
Fox / Getty Images

Il suo produttore, il gruppo Kalashnikov, non ha ancora rivelato cosa il proprio robot sarà in grado di fare dopo il suo «varo», previsto per il 2020. Tuttavia, sembra chiaro che questo colosso da 4,5 tonnellate dotato di pinze alle estremità sarà in grado di far funzionare delle armi. «Secondo noi, ci sarà una richiesta di sistemi automatizzati umanoidi e mobili», ha spiegato Vladimir Dmitriev, potravoce dell'impresa.

Previsioni che coincidono con le dichiarazioni del ministro della Difesa russo Sergey Shoygu, rese nella scorsa primavera. Quando gli venne chiesto di esprimersi sulla possibilità che, in futuro, ai militari possa essere chiesto soprattutto di manovrare macchine da guerra a distanza, ecco come ha risposto al giornale britannico «Express»: «Perché in futuro? Noi utilizziamo già oggi sistemi di questo tipo, e lo facciamo con convinzione».

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