Dieci anni fa, il 19 luglio 2008, Max Göldi e Rachid Hamdani (a sinistra) venivano arrestati in Libia, per il semplice fatto di essere svizzeri.
L'arresto dei due uomini rappresentava una risposta da parte di Muammar Gheddafi al fermo di suo figlio a Ginevra.
All'epoca, Hannibal Gheddafi fu accusato di maltrattamenti da due domestiche nel corso del suo soggiorno nel lussuoso hotel «President Wilson».
La questione ha provocato una crisi diplomatica tra la Libia e la Svizzera, della quale hanno fatto le spese proprio Hamdani e Göldi.
Il 7 febbraio 2010, il procedimento nei confronti di Rachid Hamdani è stato archiviato e l'uomo è stato liberato.
Max Göldi invece è rimasto in prigione.
Soltanto il 10 giugno anche il secondo cittadino svizzero è stato scarcerato. Quattro giorni più tardi, ha potuto riabbracciare la moglie Yasuko, dopo quasi due anni di prigionia.
La vendetta del dittatore
Dieci anni fa, il 19 luglio 2008, Max Göldi e Rachid Hamdani (a sinistra) venivano arrestati in Libia, per il semplice fatto di essere svizzeri.
L'arresto dei due uomini rappresentava una risposta da parte di Muammar Gheddafi al fermo di suo figlio a Ginevra.
All'epoca, Hannibal Gheddafi fu accusato di maltrattamenti da due domestiche nel corso del suo soggiorno nel lussuoso hotel «President Wilson».
La questione ha provocato una crisi diplomatica tra la Libia e la Svizzera, della quale hanno fatto le spese proprio Hamdani e Göldi.
Il 7 febbraio 2010, il procedimento nei confronti di Rachid Hamdani è stato archiviato e l'uomo è stato liberato.
Max Göldi invece è rimasto in prigione.
Soltanto il 10 giugno anche il secondo cittadino svizzero è stato scarcerato. Quattro giorni più tardi, ha potuto riabbracciare la moglie Yasuko, dopo quasi due anni di prigionia.
Muammar Gheddafi ha fatto pagare due innocenti svizzeri per l'arresto di suo figlio a Ginevra. Dieci anni fa, cominciava il calvario di Max Göldi e Rachid Hamdani.
Max Göldi e Rachid Hamdani non avevano idea di cosa stesse succedendo quando la polizia della Libia li arrestò, il 19 luglio 2008. I due uomini d'affari, che lavoravano nella nazione nordafricana, erano accusati di soggiorno illegale. In realtà, si trattava di una vendetta arbitraria da parte del dittatore Muammar Gheddafi. La nazionalità svizzera dei due uomini decise la loro sorte.
Tre giorni prima, il figlio di Gheddafi, Hannibal, e la moglie Aline erano stati arrestati all'interno dell'hotel di lusso di Ginevra «President Wilson». Due domestiche avevano infatti chiamato la polizia accusando la coppia di maltrattamenti. Si trattò dell'inizio di una lunga crisi diplomatica tra Libia e Svizzera, il cui prezzo fu pagato proprio da Göldi e Hamdani.
Cronaca di una prigionia annunciata
Dopo due giorni di reclusione e il pagamento di una cauzione, i due ostaggi furono liberati e autorizzati a recarsi presso l'ambasciata svizzera a Tripoli. Göldi e Hamdani hanno tenuto duro, mentre la Libia cessava di fornire petrolio alla Svizzera, ritirava i propri fondi dalle banche elvetiche e impediva agli aerei di atterrare sul suolo libico. Arrivando a minacciare l'uso della bomba nucleare nel 2009, a margine di un summit del G8.
Con il pretesto di un controllo sanitario, i due svizzeri sono stati quindi convinti ad uscire dall'ambasciata nel settembre del 2009 e portati in un luogo sconosciuto. Soltanto nel mese di dicembre si ebbero notizie di loro: Göldi e Hamdani erano stati condannati a 16 mesi di reclusione per reati fiscali e mancanza dei permessi di soggiorno. Entrambi avevano presentato appello e, nel frattempo, personalità politiche di numerosi Paesi avevano cercato di intercedere affinché fossero liberati. Il 7 febbraio 2010, il procedimento a carico di Rachid Hamdani fu archiviato, e il 10 giugno anche Max Göldi fu liberato. Aveva scontato l'intera pena, che nel frattempo era stata ridotta a quattro mesi.
Tuttavia, mesi dopo la loro liberazione, i due uomini continuavano a non sentirsi liberi. Persone vicine a Göldi raccontarono al settimanale «Der Sonntag», all'inizio del 2011, che l'uomo era entrato in un vicolo cieco dopo il rilascio. «Finché questo regime sarà al potere, non mi sentirò sicuro, perfino in Svizzera», aveva affermato il suo compagno di sventura Hamdani, parlando alla «Rundschau» nel marzo dello stesso anno, mentre la caduta di Gheddafi era ormai imminente. In seguito, per lui tornò la calma: «Sono tornato a casa, e le persone alla fine mi hanno dimenticato. Oggi, però, vivo con le ferite provocate da quella ingiustizia», raccontò all'epoca Hamdani.
La misteriosa morte di Adolf Hitler
La misteriosa morte di Hitler
I denti inferiori di Adolf Hitler conservati a Mosca sono considerati come una prova autentica della morte del dittatore tedesco. (Archivio)
Le nuove analisi effettuate dal medico legale francese Philippe Charlier avrebbero permesso di stabilire chiaramente che Hitler è deceduto proprio nel 1945. La presenza di tracce bluastre sulla sua dentiera indica che ha ingerito una capsula di cianuro.
Alcuni ricercatori francesi hanno potuto analizzare un frammento di cranio e hanno scoperto un foro sul lato sinistro, probabilmente causato da un proiettile. «Non sapevamo se, per uccidersi, avesse utilizzato una capsula di cianuro o si fosse sparato una pallottola in testa», ha rivelato Philippe Charlier. Secondo ogni probabilità, Hitler ha fatto ricorso ai due metodi.
Adolf Hitler e sua moglie Eva Braun si sono suicidati nel bunker del Führer, a Berlino, il 30 aprile 1945, all'indomani del loro matrimonio. In questa foto, la coppia di tiranni intorno al 1940.
Sulla sua ultima foto ufficiale, Hitler ricompensa alcuni membri della gioventù hitleriana davanti alla cancelleria del Reich.
Il 7 maggio 1945, nei giardini distrutti della cancelleria del Reich di Berlino, due soldati russi mostrano la fossa nel quale il corpo di Adolf Hitler e di sua moglie Eva Braun sono stati parzialmente bruciati e interrati dopo il loro suicidio.
I denti di Hitler sarebbero «autentici, non c'è alcun dubbio possibile». Questo è ciò che ha rivelato una comparazione con una radiografia del cranio di Hitler realizzata un anno prima della sua morte, secondo quanto ha dichiarato il medico legale Philippe Charlier. In questo scatto, l'anatomopatologo esamina il cranio di Agnès Sorel, una delle amanti del re francese Carlo VII, che sarebbe stata vittima di un avvelenamento nel 1450.
I figli dei criminali nazisti
I figli dei criminali nazisti
Gudrun Burwitz (1929-2018), l'unica figlia biologica di Heinrich Himmler, è rimasta attiva nei gruppi di estrema destra fino in età avanzata. Non ha mai preso le distanze rispetto a suo padre e ai suoi crimini. Nella foto, si può vedere il Reichsführer-SS con sua figlia Gudrun durante una manifestazione sportiva organizzata a Berlino nel marzo 1938.
Ironicamente, Gudrun Burwitz ha lavorato come segretaria per il Servizio federale di informazioni tedesche (BND) per due anni, dal 1961 al 1963. Per farlo, aveva assunto uno pseudonimo.
Il ministro degli Affari esteri Joachim von Ribbentrop (1893-1946, a destra) in una foto di famiglia scattata intorno al 1940. Nel corso di un'intervista concessa a un canale televisivo russo, il figlio maggiore Rudolf von Ribbentrop (nato nel 1921, in alto a sinistra) si è detto riconoscente del destino che il suo famoso padre gli aveva donato e di tutto ciò che gli aveva permesso di vivere.
Il segretario personale di Hitler Martin Bormann (1900-1945, in prima fila a sinistra, foto scattata nel 1935) è considerato come uno dei principali esecutori del dittatore nazista.
Suo figlio Adolf Martin Bormann (1930-2013) fu il primo figliastro di Hitler. Nel 1946, aveva abbandonato il suo nome di battesimo Adolf, si era fatto battezzare all'interno della Chiesa cattolica ed era diventato sacerdote. Quando parlava di suo padre, Bormann faceva la distinzione tra l'uomo severo, ma adorato da tutti, e il funzionario nazista di cui condannava gli atti.
Il rappresentante ufficiale di Hitler Rudolf Hess (al centro, Göring a sinistra, Speer a destra) è scampato alla condanna a morte durante il processo di Norimberga. Si è suicidato nel 1987 nella prigione berlinese di Spandau. Aveva 93 anni. Nel 1941, era riuscito a fuggire verso il Regno Unito in aereo.
Wolf Rüdiger Hess (1937-2001, a sinistra), anche lui figliastro di Hitler, ha lavorato per tutta la sua vita per la liberazione e la riabilitazione di suo padre. Dopo la morte di quest'ultimo, sosteneva che suo padre non si fosse suicidato, ma che fosse stato assassinato dal servizio di spionaggio del Regno Unito (SIS). Ha contribuito alla diffusione della leggenda di «Hess, aviatore della pace», ripresa da alcuni gruppi di estrema destra.
Come architetto, Albert Speer Junior (1934-2017) ha seguito le orme di suo padre professionalmente parlando. Un padre che, come organizzatore dell'armamento nazista, era stato condannato a 20 anni di prigione dal tribunale di Norimberga.
Tuttavia, contrariamente ad Albert Speer Senior (1905-1981), che aveva contribuito allo spiegamento di un'architettura nazista e a un'organizzazione urbanistica megalomane, il figlio ha operato a favore di una cultura architettonica democratica e responsabile, che gli è valsa numerosi premi e ricompense.
Dopo la guerra, Edda Göring (nata nel 1938), la figlia unica del maresciallo Hermann Göring (1893-1946), si è battuta per diverse decine di anni davanti ai tribunali per recuperare una parte dell'eredità di suo padre, che si era suicidato per sfuggire alla sua esecuzione.
Nel 2014, ha di nuovo tentato di ottenere la restituzione della fortuna di suo padre, che è frutto di furti e di estorsioni commessi durante il periodo nazista, presentando una petizione al Landtag di Baviera, ma i suoi reclami sono rimasti vani. In questo scatto, si può vedere Edda Göring sulla strada per la scuola, a Monaco, intorno al 1950.
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