Ex-Jugoslavia Nelle terre degli strani «Spomenik»

uri

12.10.2018

Un'enorme conchiglia in cemento o un occhio alato delle dimensioni di un bus a due piani: all'epoca del governo di Josip Tito, numerosi monumenti bizzarri, dalle proporzioni gigantesche, sono stati edificati in luoghi remoti della ex-Jugoslavia. Un fotografo ha immortalato questi «spomenik», la cui maggior parte è ormai in stato di abbandono.

È forse una vecchia navicella spaziale extraterrestre? O il luogo di culto di una tribù ancestrale? Le gigantesche sculture ed edifici grigi che sono stati costruiti sul territorio della ex-Jugoslavia suscitano interrogativi.

Questi «spomenik» - termine che equivale all'italiano «monumenti» - sono stati edificati tra la Seconda guerra mondiale e gli anni Ottanta. Nella maggior parte dei casi in luoghi che furono teatro di battaglie particolarmente cruente nelle quali dei partigiani persero la vita combattendo contro il fascismo.

All'epoca di Tito, esistevano ancora alcune mappe che indicavano ai visitatori gli esatti luoghi nei quali sono situati gli «spomenik», spesso edificati in posti isolati. Tuttavia, dopo il crollo della Jugoslavia, cominciato nel 1991, sono sempre meno le persone che vogliono ricordarsi del regime di Tito. I monumenti, all'epoca concepiti da artisti e architetti jugoslavi celebri, non attraggono più i turisti. Molti sono ormai rovinati o utilizzati ad altri scopi.

Per due anni, il francese Jonathan «Jonk» Jimenez ha percorso circa diecimila chilometri attraverso i Balcani per fotografare gli «spomenik» più particolari. Ecco una selezione degli scatti.

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