Otto marzo Parità dei sessi - OCSE: istituzioni sociali, Svizzera all'avanguardia

ATS / pab

8.3.2019

Donne in una manifestazioni sulla parità dei sessi
Donne in una manifestazioni sulla parità dei sessi
Keystone archivio

Istituzioni sociali e parità dei sessi: la Svizzera è in testa a una speciale classifica che comprende un totale di 120 paesi. È quanto emerge da un rapporto dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) sull'uguaglianza tra uomini e donne. La Confederazione si distingue in particolare per quanto riguarda l'assenza di discriminazioni familiari.

Il livello globale di discriminazione nelle istituzioni sociali si attesta all'8% in Svizzera, il quale rappresenta il miglior risultato fra tutti i paesi analizzati all'interno del "Rapporto mondiale 2019 sull'Indice delle istituzioni sociali e di genere (Social Institutions & Gender Index, SIGI)", pubblicato oggi dall'OCSE.

L'indice misura, su scala internazionale, le discriminazioni nei confronti delle donne nelle istituzioni sociali (leggi formali e informali, norme e pratiche sociali), limitando il loro accesso alla giustizia, ai loro diritti e le loro possibilità di emancipazione.

La Svizzera occupa la prima posizione davanti a Danimarca e Svezia, le cui quote in questo ambito di discriminazione raggiungono rispettivamente il 10 e 11%. In fondo alla classifica si trova invece lo Yemen (64%).

Solido quadro legislativo

La Svizzera primeggia - positivamente - in particolare nel sotto-indice "discriminazione all'interno della famiglia", nel quale vengono inclusi fattori come matrimonio dei figli, responsabilità familiari, autorità parentali, divorzio ed eredità.

Con una quota dell'1% la Confederazione ottiene un livello di discriminazione giudicato "molto basso" e valutato come il migliore al mondo. Per spiegare questo risultato, l'OCSE fa riferimento alla "solidità del quadro legislativo".

La categoria "restrizione dell'integrità fisica" - che valuta la vulnerabilità delle donne a varie forme di violenza e la mancanza di controllo sul loro corpo - è dominata dal Canada (4%), mentre la Svizzera (13%) registra un livello di discriminazione qualificato come "basso". Stessa valutazione (12%) anche per quanto riguarda le "restrizioni di accesso alle risorse produttive e finanziarie". In testa a questa speciale classifica si trova la Svezia (2%).

Infine, per quanto riguarda il sotto-indice "restrizioni alle libertà civili delle donne" - cittadinanza, voce politica, libertà di movimento, accesso alla giustizia - la Svizzera (7%) ottiene un livello di discriminazione "molto basso", mentre la miglior nazione in questo senso è risultata essere il Senegal (4%).

Norme sociali radicate

A livello globale, il rapporto condotto dall'OCSE punta il dito contro la lentezza riguardo ai progressi in materia di parità fra uomo e donna nel mondo. Le donne continuano a essere oggetto di discriminazioni, sostenute da norme sociali profondamente radicate.

Secondo il rapporto, la perdita di entrate dovuta alla discriminazione sessista è stimata - a livello globale - a 6'000 miliardi di dollari (circa la stessa somma espressa in franchi), ovvero il 7,5% del PIL mondiale. Tuttavia, l'OCSE accoglie favorevolmente le riforme attuate in numerosi paesi per promuovere l'uguaglianza fra i sessi.

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