Russia Putin festeggia con un bagno di folla sulla Piazza Rossa

SDA

18.3.2024 - 21:49

Il presidente russo Vladimir Putin parla alla folla sul palco nella Piazza Rossa
Il presidente russo Vladimir Putin parla alla folla sul palco nella Piazza Rossa
Keystone

La Russia non rinuncerà alla Crimea e alle altre regioni annesse in Ucraina.

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A chiarirlo durante un bagno di folla sulla Piazza Rossa è Vladimir Putin, forte del trionfo annunciato al termine dei tre giorni di elezioni presidenziali che gli hanno regalato, secondo i risultati ufficiali, la più grande vittoria per un capo dello Stato nella storia del Paese, con l'87,3% dei voti. Un plebiscito che può servire a Putin sia per continuare il conflitto sia, se l'occasione si presenterà, per avviare negoziati da posizioni di forza.

Per rimarcare l'unità del Paese, il capo del Cremlino ha portato con sé sul palco i tre candidati sconfitti con percentuali umilianti, al di sotto del 5% ciascuno. Davanti a decine di migliaia di persone accorse per assistere a un concerto nel decimo anniversario dell'annessione della Crimea, Putin ha affermato che la Russia andrà avanti «con le nuove regioni, mano nella mano». È vero, ha ammesso, che il viaggio delle genti del Donbass «verso la loro terra natale», cioè la Russia, si è rivelato «più difficile e tragico» di quello della Crimea. «Ma comunque ce l'abbiamo fatta», ha assicurato, prima di intonare con tutta la piazza l'inno nazionale, in un tripudio di bandiere russe.

Difficile capire fino in fondo il significato di queste parole. Se Putin intenda cioè dire che la Russia si potrebbe accontentare dei territori conquistati finora, o voglia allargare il conflitto. Mosca continua ad insistere di essere pronta a negoziati che tengano conto della situazione sul terreno, cioè del controllo russo su parte dell'Ucraina. Lo ha ribadito il ministro degli Esteri Serghei Lavrov ricevendo l'inviato cinese Li Hui, che nei giorni scorsi ha visitato vari Paesi europei. Il capo della diplomazia russa, ha fatto sapere il ministero degli Esteri, ha «confermato l'apertura della parte russa a una soluzione negoziata». Ma è «inaccettabile» la cosiddetta 'formula Zelensky', che prevede il ritiro completo dei russi dalle regioni occupate durante il conflitto e dalla Crimea. A questo si è aggiunta una dichiarazione al giornale Izvestia del portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, secondo il quale la Russia è «pronta a negoziati su tutte le questioni della sicurezza, compreso il disarmo nucleare e la non proliferazione».

Queste dichiarazioni fanno seguito a quelle dello stesso Putin che la scorsa notte aveva indicato la Francia come un Paese che «può ancora svolgere un ruolo» nella ricerca di una soluzione negoziata, perché «non tutto è ancora perduto». Una sorpresa dopo le parole del presidente Emmanuel Macron su possibili «operazioni sul terreno» di Paesi Nato in Ucraina «per far fronte alle forze russe». Il leader russo si era anche detto pronto a prendere in considerazione l'ipotesi di una tregua per le Olimpiadi, a patto che non si tratti solo di una pausa per dar modo a Kiev di «riarmarsi».

Il portavoce Peskov ha intanto respinto come «assurde» le affermazioni occidentali relative alla «illegittimità» delle elezioni. Accuse rilanciate dal gruppo indipendente russo di monitoraggio Golos, secondo il quale queste sono state le consultazioni «più fraudolente e corrotte» della storia del Paese, perché «la campagna si è svolta in una situazione in cui gli articoli fondamentali della Costituzione russa, che garantiscono i diritti e le libertà politiche, essenzialmente non erano in vigore».

In un messaggio dal carcere, l'oppositore Ilya Yashin ha scritto che Putin ha voluto una vittoria trionfale perché non può liberarsi dai «suoi complessi freudiani». Il vero obiettivo dell'operazione, ha aggiunto Yashin, è «far sprofondare nell'apatia quella parte della società che è contro la guerra».

A Mosca circolano intanto voci su possibili rimpasti nel governo per portare alla ribalta forze giovani. L'agenzia Reuters, citando quattro fonti vicine agli ambienti del potere, ha scritto che tra coloro che potrebbero avanzare di grado vi è il ministro dell'Agricoltura Dmitry Patrushev, 46 anni, figlio di Nikolai Patrushev, segretario del Consiglio di Sicurezza nazionale. Ma due delle fonti si dichiarano convinte che, almeno fino a quando durerà il conflitto in Ucraina, non saranno sostituiti né Lavrov, né il ministro della Difesa Serghei Shoigu, né il primo ministro Mikhail Mishustin.