A un mese dalla scomparsa del DJ, la famiglia informa che al rito funebre saranno presenti soltanto le persone che erano più vicine al loro caro.
I funerali di Avicii si terranno in forma strettamente privata.
Il DJ e produttore discografico svedese, il cui vero nome era Tim Bergling, è morto in Oman un mese fa a soli 28 anni, in circostanze ancora da chiarire.
Ad oltre un mese dalla tragica scomparsa, la salma è stata consegnata alla famiglia, che sta preparando una funzione strettamente riservata ai più intimi.
«Ci sono state molte richieste riguardanti gli accordi funebri per Tim Bergling, conosciuto musicalmente come Avicii - si legge in un comunicato -. La famiglia Bergling ha oggi confermato che i funerali saranno privati e alla presenza soltanto delle persone che erano più vicine a Tim. La famiglia chiede ai media di rispettare la privacy. Non saranno fornite ulteriori informazioni».
Avicii è stato ritrovato privo di vita in una camera d’albergo in Oman, il 20 aprile, e al momento l’ipotesi più accreditata rimane il suicidio.
L’ipotesi ha preso piede a inizio maggio, in seguito a un comunicato stampa diffuso dalla famiglia, che ha dichiarato come il loro caro «non riuscisse più ad andare avanti».
«Il nostro amato Tim (il vero nome di Avicii, ndr) era un ricercatore, una fragile anima artistica in cerca di risposte a domande esistenziali, un perfezionista estremo che lavorava e viaggiava ad un ritmo talmente alto da avere uno stress enorme. Quando ha smesso di fare tour voleva trovare un equilibrio per essere felice e fare la cosa che più amava: la musica», si legge nella nota.
E ancora: «Ha pensato molto al significato della vita e della felicità. Non poteva più andare avanti, voleva trovare la pace. Tim non era fatto per quella macchina da business in cui si è trovato, era un ragazzo sensibile che amava i suoi fan, ma evitava i riflettori».
Avicii aveva abusato in passato di alcol e sostanze. A causa dei suoi problemi di salute aveva rinunciato ai tour.
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